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Un rosso e un rigore per sbloccare il Milan e riarmare Piatek

Male i rossoneri con l'uomo in più per 70 minuti. Il Verona si arrende solo al gol del polacco

Un rosso e un rigore per sbloccare il Milan e riarmare Piatek

Da incartare, confezione regalo, e portare a casa ci sono solo i tre punti guadagnati nella serata e prima del derby di passione di sabato prossimo. Per spezzare le reni del Verona, che alla fine rimedia comunque la sua bella figura, c'è bisogno di un rigore indiscusso che Piatek realizza. Ecco la seconda notizia della domenica: il polacco ha cancellato lo zero e sfiorato (gol annullato) il raddoppio. Finale col brivido per un fallo dal limite (espulso Calabria) con punizione dalla lunetta finita sulla barriera.

Ma allora è il Milan di Gattuso? Eh già proprio così perché Giampaolo ripresenta al centro della cabina di regia Biglia, recuperato fisicamente, e tutti gli altri sono quelli di un mercato fa, a eccezione di Castillejo escluso a furor di popolo verrebbe da aggiungere. E il Milan di ieri non è in grado di accendere gli entusiasmi dei suoi tifosi e nemmeno dei critici nonostante che a metà della prima frazione resti in superiorità numerica per via di un intervento pericolosissimo di Stepinski sul viso di Musacchio, il vero e unico attaccante schierato da Juric per dare pensieri a Donnarumma. A dispetto dell'episodio che rappresenta uno snodo decisivo, è proprio il Verona a mettere qualche brivido lungo la schiena dei milanisti per via di un paio di conclusioni. La spiegazione risulta semplice: gioco lento, macchinoso, prevedibili gli spunti di Suso largo a destra e perciò tornato sulla sua mattonella come contro il Brescia senza particolari vantaggi per il gioco offensivo. Sarà anche trequartista secondo il tecnico di Giulianova ma ormai gioca sul suo binario. E se continuano a mandare sotto processo Piatek (al netto del rigore eseguito con freddezza esemplare) bisognerà pure ricordare a tutti i pm del polacco che diventa durissimo fare gol in assenza quasi totale di un lancio, di un assist o comunque di una giocata che possa valorizzare il suo indiscusso talento balistico.

Nemmeno l'intervento di uno degli acquisti arrivati con il recente mercato, il croato Rebic, l'ultimo arrivato a Milanello in ordine di tempo, sembra riuscire a risolvere tutti i problemi che sono a questo punto di gioco, di idee e anche di velocità delle manovre che seguono ritmi da amichevole. I due pali, uno per parte, di Calabria e di Verre, colpiti nella ripresa sono la conseguenza di episodi isolati e perciò non sono legati alla costruzione di trame di un qualche appeal. Semmai da elogiare è il Verona che tira fuori tutte le enegie possibili e immaginabili per riuscire a chiudere gli spazi e ripartire eventualmente in contropiede. A furia di stringere d'assedio il fortino veronese, può capitare che qualche braccio galeotto dia una mano al Milan e al suo sterile attacco.

Gunter, sulla combinazione volante tra Calhanoglu e il centravanti polacco, è l'autore dell'intervento malandrino e Piatek, dal dischetto, dopo una discutibile rincorsa, ondeggiando, può rimettere la sfida nel binario giusto nonostante l'intervento di Silvestri partito per l'angolo giusto.

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