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Scatta l'Olimpiade delle donne il vero sesso forte dello sport

Atene 1896 fu un'edizione per soli uomini, a Londra le ragazze sfiorano il 50% dei partecipanti. Dalla pioniera Cooper nel 1900 al debutto sul ring dei giorni nostri, al riscatto delle musulmane

Scatta l'Olimpiade delle donne il vero sesso forte dello sport

Nostro inviato a Londra

Si parte con le donne. Un segno del destino e una storia dei tempi. Parte il calcio femminile in questo strano mondo olimpico che prima avvia il pallone (oggi tocca alle ragazze con Regno Unito-Nuova Zelanda, domani ai maschi) e dopo due giorni ufficializza l'inizio con la cerimonia d'apertura da mille e una tv. Che il calcio anticipi la partenza non è una novità, che tutto ciò avvenga perchè altrimenti bisognerebbe dilatare i diciassette giorni canonici è una buona ragione. Ma il via alle donne è un simbolo, esattamente come il gruppo sempre crescente di portabandiera in rosa. E chissà mai non sia davvero Anna d'Inghilterra ad accendere il tripode Olimpico per mettere pace alla lotta fra supermen britannici. Gli inglesi non hanno un Cassius Clay da sventolare. Ma la razza reale ha sempre un bel appeal.

Le donne avanzano, facciamocene una ragione. Questa sarà l'Olimpiade piu' rosa, rosea non si sa, della storia: da Atene 1896 , zero presenze, a oggi, 4850 sportive che rappresentano il 46% del totale degli atleti. Per la prima volta tutti i paesi, quindi anche i refrattari arabi, presenteranno una ragazza. Per la prima volta ci saranno donne pugili, che andranno a toccare l'ultimo mito rimasto agli uomini dello sport: l'invalicabile ring tempio del maschilismo. C'è da scommettere che Katie Taylor, panterina irlandese, da queste parti avrà un tifo calcistico: potrebbe mettere ko qualcuno dei fustoni che entreranno nel quadrato. Katie ha vinto il suo quarto mondiale ed ha conquistato cinque corone europee fra i pesi leggeri. Farà spettacolo insieme alle altre 35 pugilesse ammesse in tre categorie. Primo passo e, come spesso capita alle donne, costellato da qualche mina. Il maschilismo pugilistico non ha potuto sopportare senza passare alla controffensiva. E cosi alle pugilesse era stato proposto un gonnellino, anzichè i tipici calzoncini. L'idea è stata presa a pugni. «Non metto la minigonna nemmeno quando esco a cena», ha replicato la furiosa Katie Taylor. Vedremo!

Tranquilli, ci vorrà poco perchè il mondo in rosa prenda il sopravvento. Gli americani hanno già celebrato il sorpasso: stavolta le femmine saranno piu' numerose dei maschi, 268 contro 261. Ma, chissà, la storia aveva visto già lungo e Londra ne era stata la sua testimone. Giusto che nella capitale si replichi. Alle Olimpiadi del 1948 Audrey Patterson, americanina dei 200 metri, fu la prima ragazza di colore a conquistare una medaglia. Arrivò al bronzo, ma da quel bronzo è cominciata questa rivoluzione femminile. La regina inglese apprezzerà.
E se a Parigi 1900 la tennista Charlotte Cooper fu la prima campionessa olimpica, a Londra la mamma volante, l'olandese Fanny Blankers Koen, fu la prima a fare razzia conquistando quattro ori :100 metri, 200 m. e 80 ostacoli oltre alla staffetta. Le donne, infatti, potevano iscriversi solo a tre prove individuali.

A Parigi comparvero le prime gare femminili: tennis, cricket e golf. A Stoccolma 1912 si aggiunsero le prove di nuoto e tuffi. Amsterdam 1928 aprì ad atletica e ginnastica. Anversa 1920 segnò la partecipazione della prima atleta azzurra: Rosetta Gagliardi nel tennis. A Berlino 1936 Ondina Valla conquistò il primo oro negli 80 ostacoli. Le donne corrono, vero. Ma il salto ad ostacoli è la loro prerogativa e lo hanno dimostrato scavalcando pregiudizi e qualche ingiustizia. Per esempio, gli 800 metri vennero eliminati da Amsterdam 1928 fino a Melbourne 1956 perchè ritenuti troppo faticosi. Ma poi, quando a Helsinki 1952, la ginnasta russa Maria Gorkhovskaya è stata la donna con il maggior numero di medaglie olimpiche (sette, compresi due ori) in una sola edizione, qualcuno avrà cambiato idea. La ginnastica è stata il regno femminile per imprese da guinness. Bravura e fisico minuto come foto ricordo. Larissa Latynina, altra ginnasta russa, ha raccolto 18 medaglie: da Melbourne 1956 a Tokyo 1964. Nemmeno gli uomini hanno mai fatto meglio. Eppure, vedete come si diverte il satanello dello sport, stavolta che ci sentiamo al festival della donna, il record trema e forse verrà abbattuto. Ma la Latynina potrà consolarsi: solo un superman come Michael Phelps potrà riuscirci.

Dai supermen alle superwomen il passo è breve parlando di Nadia Comaneci, oggi icona dello sport, allora bambina quattrodicenne che lasciò ad occhi spalancati le giurie: le assegnarono il primo dieci della storia. Un altro colpo all'orgoglio maschile,ed anche al dominio russo della specialità. Nadia ha attraversato una vita talvolta anche torbida, ma quel dieci è stato molto piu' di un voto di laurea.

A Sindey 2000 entrò nel programma il sollevamento pesi femminile, oggi siamo alla boxe e alla invasione (si fa per dire) araba. Per non andare troppo lontani da casa nostra: nel 1960, a Roma, era presente solo l'11 per cento di donne atlete, nel 1980 a Mosca raddoppiarono, nel 2000 a Sydney triplicarono, oggi siamo quasi alla pari. Trend anche per l' Italia: 291 atleti in totale e 126 donne, ovvero il 43 per cento. Il mondo donna ha cominciato a correre davvero quando il Cio, guidato da Juan Antonio Samaranch, studiò la possibilità di aumentare il numero delle donne ai Giochi. Oggi le ragazze arabe godono di wild card o inviti. Come quella ragazzina del Qatar che corre i 100 metri in 13 secondi ed è alta un metro e 58. Si chiama Noor Al Malki, ha 17 anni, con quell'altezza diffcile faccia strada, proviene da una famiglia di 5 sorelle e sei fratelli, allenata da una tunisina correrà con una bandana in testa. E dice ai maschilisti: «Tifate per me». Nel 1984, a Los Angeles, Nawal El Moutawakel fu la prima donna africana e araba a vincere una medaglia d'oro e cominciò la battaglia per l'emancipazione della donna musulmana.

Oggi questa ragazzina ci dice che le donne stanno correndo più forte.

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