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Lo scatto, il morso e poi la fuga Lo squalo di montagna è risorto

Impresa d'altri tempi alla Croix de Fer, nella tappa alpina più dura Al traguardo con la croce in bocca. E a Froome (a 1'14”) saltano i nervi

La ToussuireE i francesi che si esaltano, mentre agli inglesi ancora gli girano. Un ritocchino al testo di «Bartali», la celebre canzone di Paolo Conte, andrebbe fatto. Se non altro perché le cose ieri sono andate grosso modo così: i francesi entusiasti per la vittoria di Vincenzo Nibali, primo e solitario sul traguardo alpino di La Toussuire e l'incazzatura dell'inglese - in questo caso della maglia gialla Chris Froome - che perde il proverbiale aplomb per un gesto a suo dire di assoluta antisportività imputato a Vincenzo Nibali.

Da buon italiano ferito nell'orgoglio e tramortito in una prima settimana di Tour nella quale gliene succedono di tutti i colori, Vincenzo Nibali invece di tornarsene a casa resta sulle strade di Francia e cova la vendetta. Lo si sapeva che ci avrebbe provato. Lo si sapeva che sarebbe andato all'attacco di primo mattino per cercare il tutto per tutto. Obiettivo? Vittoria di tappa e risalita in classifica. E così va. Vince la sua quinta tappa alla Grande Boucle , la prima di questa edizione, e risale in classifica generale al 4° posto a soli 1'19" dal terzo posto di Valverde.

Nibali arriva tutto solo a La Toussuire, dopo una corsa tutta d'attacco. Ci prova sin dal primo colle, ma a prenderlo ci va la stessa maglia gialla. Poi, ecco il fattaccio, che a noi non pare esserlo assolutamente. In coda al gruppetto della maglia gialla si ferma Froome per un guasto meccanico (salto di catena, ndr ), Nibali è davanti e parte a circa 10 km dalla vetta della Croce di Ferro e, non avendo gli occhi di dietro, non vede quello che è capitato a Froome alle sue spalle. Valverde prova a rispondere al siciliano, ma non ce la fa. Fine delle trasmissioni. Nibali va a prendere Pierre Rolland, che era solo al comando e poi appena inizia la salita finale che conduce la corsa a La Toussuire, parte deciso e va a cogliere in perfetta solitudine la vittoria.

La Francia festeggia, il pubblico del Tour spinge il campione d'Italia con il proprio entusiasmo fin sul traguardo. Nibali alla fine della tappa dirà: «Oggi il pubblico francese mi ha fatto venire i brividi, mi ha fatto sentire tutto il suo affetto con un tifo da stadio e devo solo dire loro grazie - ha spiegato il vincitore di tappa -. Il podio a 1'19"? Oggi (ieri per chi legge, ndr ) abbiamo sofferto tutti tanto, io davanti e gli altri dietro a inseguire, domani sarà una frazione altrettanto difficile, vedremo chi avrà più gambe sull'Alpe d'Huez». Poi rivela che, dalla festa dei francesi, si è passati agli insulti dell'inglese: «Froome mi ha aggredito con parole dure quando ero già sul motorhome , dopo la tappa, ma io non sapevo niente di quello che gli era successo. Cosa mi ha detto? Non posso riferirvi nulla, sono state parole troppo dure e anche troppo ingiuste per essere ripetute». Interpellato sull'accaduto, la maglia gialla ha confermato di aver aggredito Nibali: «Gli ho detto cosa penso di lui, ma non posso dirvi cosa.

E meglio che non lo ripeta».

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