Calcio

Scommesse, Procura al lavoro anche su ipotesi di frodi sportive

Si punta a un livello di indagine più alto rispetto ai siti illegali. Fari sulle minacce a Fagioli. Le querele di Zalewski e Casale

Scommesse, Procura al lavoro anche su ipotesi di frodi sportive

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Si punta a un livello «più alto» di un giro di scommesse e siti illegali sui quali - secondo alcuni ben informati - giocano in parecchi e non solo i calciatori da giorni finiti nel polverone. Un'ipotesi, quella di eventuali profili di frode sportiva, su cui sta ampiamente lavorando la procura torinese, che di certo «non esclude nessun approfondimento» rispetto a eventuali indirizzamenti delle partite. Il primo capitolo della giustizia sportiva si è chiuso ieri per Nicolò Fagioli: sette mesi di squalifica, ufficializzata ieri dalla Ficg, così come sancito dall'accordo con la procura federale. Il calciatore si dovrà fermare fino al 19 maggio, ma intanto il club bianconero gli ha ribadito il suo pieno appoggio. «Siamo fermamente convinti - sottolinea la società - che affronterà con grande senso di responsabilità il percorso terapeutico e formativo e una volta scontata la squalifica, potrà tornare a competere con la dovuta serenità». Rispetto all'inchiesta torinese, per dirla con il sibillino linguaggio delle procure si procede - è stato riferito - con una «analisi a lungo raggio». Di cosa? Cellulari, tablet, intercettazioni: tutti necessari all'inchiesta della squadra mobile di Torino guidata da Luigi Mitola e della procura guidata dalla facente funzioni Enrica Gabetta. Inchiesta partita ben prima delle rivelazioni di Fabrizio Corona (cioè nel 2022) anche se è innegabile - lo ammettono gli stessi magistrati - che l'ex paparazzo abbia costretto tutti a dare una accelerata. Ieri in una story su Dillingernews, Corona che si diceva pronto a novità «clamorose», ha mostrato una foto di Massimiliano Allegri mentre gioca al Casinò di Montecarlo, accompagnandola con un post in cui fra l'altro scrive «... niente di illecito, ma moralmente». E il suo informatore aggiunge: «Puntava sulla Serie B dal casinò». Una passione, quella per il gioco, che l'allenatore della Juve coltiva da tempo (possiede anche dei cavalli) e arcinota nell'ambiente. Ieri sera, Nicola Zalewski, l'altro giocatore tirato in ballo dall'ex paparazzo, ha fatto sapere tramite i legali di essere «del tutto estraneo» alla vicenda e che «querelerà». Identica mossa del laziale Nicolò Casale.

Tornando all'inchiesta, i racconti di Niccolò Fagioli e Sandro Tonali verranno scandagliati. Fagioli, che nel frattempo ha reso privati i suoi social, ha già ammesso di essere affetto da ludopatia, presentando anche un certificato medico al procuratore sportivo (cosa fatta anche da Tonali). La versione data finora e ribadita dai suoi legali Luca Ferrari e Armando Simbari, è che non abbia puntato mai su Cremonese e Juve, nelle stagioni in cui giocava. E che peraltro sulle piattaforme abbia per lo più perso, accumulando debiti per circa 3 milioni e mettendosi nelle condizioni di essere minacciato e vittima di estorsione, punti anche questi che saranno oggetto di approfondimento anche fuori dalla procura di Torino. Quello che i magistrati cercano di appurare, invece, è se abbia anche vinto dei soldi, soprattutto quanto e con quali modalità. Si cercano riscontri anche sulla versione fornita martedì dall'ex rossonero Tonali, la cui posizione è più pesante in quanto avrebbe anche puntato sul Milan (ma quando non era in campo). Il rischio per lui, che punta a patteggiare, è di una squalifica di un anno o poco più. Nicolò Zaniolo, assistito dal penalista Gianluca Tognozzi e che nega di avere scommesso sul calcio, intanto sembra avere meno fretta di farsi sentire.

Potrebbe andare in procura domani o, come è più probabile, la prossima settimana.

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