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Se i complimenti di Berlusconi non vanno al Milan

Non è la prima volta, forse non sarà nemmeno l'ultima. A fine partita, Silvio Berlusconi, il presidente, è entrato nello spogliatoio dell'Atalanta e ha fatto i complimenti a Reja e a tutta la squadra.

Se i complimenti di Berlusconi non vanno al Milan

N on è la prima volta, forse non sarà nemmeno l'ultima. A fine partita, Silvio Berlusconi, il presidente, è entrato nello spogliatoio dell'Atalanta e ha fatto i complimenti a Reja e a tutta la squadra. «Mi sembrava di rivedere il Milan di Sacchi capace di comandare il gioco» il giudizio estetico di uno che non ha mai barattato lo spettacolo con l'utilità della classifica. È stata la medaglia al petto esibita dall'esperto allenatore il quale ha riferito anche l'accoglienza ricevuta al termine della visita dal presidente Silvio Berlusconi. «Ha avuto un lungo applauso da tutta la squadra», ha raccontato Reja ammirato dal gesto («si è dimostrato un gran presidente e un gran signore»). Che non è sicuramente il primo nella stagione: era già accaduto, per esempio, con il Sassuolo, capace in 10 contro 11, di risalire la corrente del risultato, prima di farsi piegare nel finale. E questo non è un bel segnale né per Mihajlovic né per il Milan che continuano a fare un passo avanti e due indietro lungo la strada di questa stagione, cominciata tra squilli di tromba e proseguita tra rari alti e molti, ripetuti bassi. Il deficit più inquietante a questo punto, è rappresentato dalla ridotta produzione di calcio offensivo nelle partite domestiche nelle quali i rossoneri hanno l'obbligo di fare la partita. Questo spiega anche le difficoltà dello stesso Bacca, che pure è l'unica punta autentica schierata, a raccogliere frutti da un albero che non ne produce. Lui può scuoterlo fino all'esaurimento delle forze ma il risultato è sempre modesto, molto modesto specie se al colombiano non riesce nemmeno un dribbling che sia uno.

E alla ripresa c'è la Juve rifiorita a Empoli che può scavalcare il Milan in classifica. FOrd

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