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Se Montella fa tacere Mou

Se Montella fa tacere Mou

Scherzi del football. Scherzi della Champions league. Vincenzo Montella, liquidato dal Milan, va a vincere a Manchester e umilia il più presuntuoso della comitiva, Josè Mourinho che, da otto anni insegue la coppa. Soltanto l'Inter, dopo l'episodio Porto, riuscì a regalargli il trofeo che lui sogna per essere «il primo e unico tecnico ad averlo vinto con tre squadre diverse» (parole sue).

Le strade dei due allenatori si dividono, l'argenteria del portoghese finisce macchiata dalle dichiarazioni del dopo partita, in sala stampa, che hanno fatto infuriare i tifosi e potrebbero portare al divorzio immediato: «Non vedo la novità, non è la fine del mondo. Ero seduto su questa sedia quando, con il Porto, abbiamo eliminato il Manchester; ero seduto sempre su questa sedia quando, con il Real Madrid, abbiamo eliminato il Manchester United; dunque non vedo il problema, ci sta per questo club». Come a dire, io sono io e voi non siete un cacchio, tipo marchese del Grillo. Ventiquattro ore prima lo stesso Mourinho aveva definito De Boer il peggiore allenatore della Premier e, il giorno appresso, si sono percepite risate grevi non soltanto a casa dell'olandese. Nonostante i denari, molti, che i dirigenti americani hanno speso per allestire il Manchester re di coppe, le chiacchiere e i tituli stanno, per ora, a zero, il Manchester è nei quarti della coppa d'Inghilterra, trofeo che potrebbe lavare la faccia al portoghese ma questa uscita dall'Europa per mano del Siviglia, il cui fatturato, rispetto al club inglese, è da balera, questa eliminazione lascerà il segno. Pogba in panchina è una delle chiavi di lettura per comprendere l'equivoco. Mourinho non è riuscito a fare gruppo come gli era accaduto a Milano ma non con il Chelsea e nemmeno con il Real Madrid, segno che è lui, il suo ego spropositato, a spiegare le difficoltà, mascherate da parole spesso irrispettose nei confronti degli avversari (non soltanto De Boer ma anche Wenger, Conte, Guardiola, Villanova, Ranieri). C'è poi un altro dato, non proprio marginale, che aumenta la frattura tra il portoghese e i tifosi: l'altra squadra di Manchester, il City, sta dilagando dovunque e comunque e il popolo dei red devils non accetta l'umiliazione. Ecco perché le dichiarazioni supponenti di Mourinho, dopo la sconfitta e l'eliminazione, hanno scatenato i social che chiedono la testa dell'allenatore.

In contemporanea la vittoria e la promozione di Montella lanciano il Siviglia alla ricerca di quella gloria che in Europa League era stata illuminata da tre vittorie consecutive (con la celebrazione di Monchi oggi alla Roma). È la rivincita di Montella, messo a riposo in Italia, è il riscatto di un allenatore criticato per i suoi morbidi sistemi di allenamento. Vedendo come correva il Siviglia a Manchester e come aveva corso e giocato benissimo nell'andata in Spagna, c'è da chiedersi se le responsabilità non vadano condivise nel gruppo dei calciatori e della dirigenza. Totale: non basta l'insegna della ditta, serve altro. E questo altro è il campo, non i soldi, non le parole al vento.

E Montella ha messo a tacere Mourinho.

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