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Seedorf, da calciatore una leggenda. Come sarà accolto Allegri? Non mi interessa

Se non entusiasmo, soddisfazione: cominciare l'avventura in Champions con tre punti non succedeva dal 2008 e nemmeno l'adorato Conte ci era riuscito nelle sue due prime volte. Dopo di che, battere il Malmoe - squadra che occupa il posto numero 137 nel ranking Uefa - non è impresa che rimarrà negli annali: nella classifica del girone però sì ed è quello che conta. «Prendiamo il buono della serata - ha spiegato Allegri - ma non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo migliorare nella gestione del pallone e dei momenti più difficili del match. Non esiste, con i piedi che abbiamo in campo, perdere palloni potenzialmente pericolosi quando la partita sta andando verso la fine». Era già successo in campionato, si nè ripetuto contro gli svedesi con il risultato che qualche brivido di troppo è corso lungo la schiena dei tifosi.

Piccola attenuante, ma nemmeno troppo: l'assenza dal campo di Pirlo si fa sentire soprattutto quando il pallone andrebbe nascosto agli avversari. Perché se è vero che Marchisio e Pogba sono centrocampisti non solo di quantità, trattasi comunque di giocatori che non hanno nel palleggio la qualità primaria: in quei momenti servirebbe allora una squadra corta e compatta, con idee sempre chiarissime per non dare agli avversari la sensazione di credere nella rimonta. Invece, complice anche la stanchezza dei minuti finali, si è rischiato un mezzo patatrac: «Cresceremo quando la condizione generale sarà migliore. Tempo un mese e conto di avere un gruppo omogeneo: a quel punto anche certi cali di tensione saranno più facilmente gestibili». Rientrerà Pirlo - appunto -, ci saranno anche Vidal e Barzagli, Morata (ieri autore di una tripletta a Vinovo, in amichevole) avrà messo benzina nel motore, Llorente sarà cresciuto come condizione generale e il tutto permetterà anche ad Allegri di virare pian piano verso il 4-3-3. Il che non significa che la Juve giocherà solo con quel modulo, ma che in certe partite potrà utilizzarlo per avere maggiore forza d'urto e fantasia: Barzagli e Chiellini («l'addio di Conte ci ha responsabilizzato») centrali di difesa, centrocampo con Pirlo blindato da due sentinelle a scelta, tridente offensivo con Llorente centravanti e sugli esterni Morata e Tevez. Si potrà fare, a patto che la condizione fisica sia quasi al top e che tutti si impegnino in fase di non possesso.

Se poi Tevez manterrà questo stato di forma con relativo entusiasmo e dediche “robotiche” alla figlia, il passaggio del turno di Champions sarà ancor più fattibile e in campionato i dolori saranno tutti per gli avversari: intanto l'Apache ha segnato tre gol in tre presenze, chiesto e ottenuto di scendere in campo contro l'Udinese quando avrebbe potuto risparmiarsi e semmai guarderà i compagni mercoledì contro il Cesena. Prima, ovvero tra due giorni, guiderà la truppa a San Siro contro il Milan: proverà a calare il poker lì dove ha già colpito l'anno scorso, prima propiziando il gol di Llorente, imbeccando con una magia “al buio” la volata di Lichtsteiner e poi battendo Abbiati con una sberla da fuori area.

Di lui, che ha fatto anche pace con Messi, si è nel frattempo accorto pure il nuovo ct dell'Argentina, Gerardo Martino: «Lo vedo come numero 9, pur se avrebbe la concorrenza di Higuain e Aguero».

Non risulta che la cosa spaventi uno cresciuto nei peggiori quartieri di Buenos Aires.

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