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Sempre più Paquetà-Piatek Il nuovo Milan adesso vola

Un autogol spiana subito la strada contro il Cagliari I due neoacquisti arrotondano. E difendono il 4° posto

Sempre più Paquetà-Piatek Il nuovo Milan adesso vola

Milano La macumba di Gian Piero Gasperini non ha avuto effetto. A pochi minuti dalla sua rincorsa sulla Spal, con un ghigno satanico, ha dettato in tv: «Tanto il Milan stasera vince sicuro». È andata proprio così e Gattuso, con i suoi, è tornato al quarto posto risalendo la corrente costituita dai successi di Roma, Lazio e Atalanta appunto staccati ieri notte di una lunghezza. L'appuntamento, per il primo degli spareggi Champions, è già pronto: si giocherà sabato sera, proprio a Bergamo. Il Milan ha vinto senza gli squilli di tromba. È stato più cinico che spettacolare. Ha avuto bisogno, negli snodi decisivi della serata umida, dell'assistenza del suo portierone per avere ragione del Cagliari partito con l'handicap non solo per le tante, troppe assenze, lamentate da Maran e inseguito da una sfortuna sfacciata. Sia nella prima che nella seconda frazione, sullo 0 a 2, Donnarumma ha evitato al Cagliari di riaprire la contabilità del match. Gigio ha custodito ciò che Paquetà e Piatek hanno creato dando l'ennesima prova del loro prezioso contributo al girone di ritorno dei rossoneri. Non ancora a livello del brasiliano e del polacco si sono mostrati Suso e Calhanoglu, impigliati nella rete del loro talento inespresso. Anzi proprio Suso ha molto sofferto l'agilità e l'esuberanza fisica di Luca Pellegrini che ha martellato sul binario di sinistra, dal quale sono arrivate le maggiori insidie per la difesa rossonera.

Una sequenza micidiale avrebbe potuto incenerire il Cagliari in mezz'ora: in meno di 15 minuti della prima frazione il Milan ha messo sotto di due gol il rivale e mancato il 3 a 0 che avrebbe chiuso in largo anticipo i conti della sfida. Un pizzico di fortuna e il fiuto di un talento doc: così Gattuso è riuscito ad addomesticare il rivale che non è stato per niente tenero soprattutto dopo. Sul tiro a giro di Suso, la respinta corta di Cragno è finita sul petto di Ceppitelli ed è finita in rete, sull'arcobaleno di Calabria, Paquetà si è ritrovato puntuale sul secondo palo per infilare di giustezza, tra palo e portiere, il primo sigillo in rossonero dedicato alle vittime brasiliane del Flamengo. Subito dopo Piatek ha avuto la palletta giusta ma si è impappinato sul più bello. Il Cagliari, per niente domo, a quel punto ha provato a risalire la china frenato dalla manona di Donnarumma che ha respinto d'istinto un colpo di testa di Joao Pedro, il più vivo con Luca Pellegrini e Barella tra i suoi. È un altro Milan questo licenziato dal mercato di gennaio, corretto nelle caratteristiche principali con gli inserimenti del brasiliano, sistemato in modo intelligente dietro Piatek, e del polacco che ha consentito a volte ai difensori di lanciare lungo per guadagnare tempo e spazio e sottrarsi così al generoso pressing cagliaritano.

Molti milanisti ieri sera avranno celebrato di sicuro il sangue freddo di Piatek che allo scadere dell'ora, in classica azione di contropiede, ha rifilato il terzo sigillo sulla schiena del Cagliari. Eppure sarebbe una grave distrazione dimenticare quel che è accaduto un paio di minuti prima nell'area rossonera. Lì, ancora una volta, a conferma del suo momento magico, liberato da pressioni, maturato grazie al contributo di Reina, Donnarumma ha compiuto l'ennesimo prodigio su Joao Pedro la cui replica è stata poi respinta dalla traversa.

Dalla sfida riaperta, alla sfida sotterrata: così il Cagliari si è arreso e Gattuso ha potuto dar vita a un paio di cambi per consentire a Conti e Cutrone uno spezzone riparatore.

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