La serie A sulla giostra del gol Nazionale

L'Ital-Mancini nel 2019 segna 3 gol a partita: il campionato l'ha «copiata»

Roberto Gotta

Bologna Tanta tattica e nessuna domanda su Mario Balotelli. Un inizio incoraggiante per il primo capitolo 2019-20 della nazionale di Roberto Mancini, in ritiro per due giorni a Bologna prima di partire per Yerevan e sfidare l'Armenia giovedì. Seguirà, domenica a Tampere, la partita contro la Finlandia: si tratta dunque con sei e nove punti delle dirette inseguitrici degli azzurri (12) nel girone J.

È un'Italia ovviamente figlia del campionato, con le solite eccezioni londinesi (Emerson Palmieri e Jorginho) e parigine (Verratti) a cui ora si sono aggiunte quelle di Stephan El Shaarawy e di Vincenzo Grifo, sostituto di Bryan Cristante in arrivo dalla Germania mentre ieri era in corso il primo allenamento (oggi invece arriverà Tonali dall'Under 21). Ed è dunque un'Italia potenzialmente piena di gol: proprio come le prime due giornate di campionato, nelle quali la media è stata di 3,25 a partita. Curiosamente, la stessa della nazionale manciniana nell'anno solare 2019, con le 13 reti in quattro partite.

Il Ct ha personalmente assistito ad un 3-3 e un 4-3 e ha sottolineato l'atteggiamento propositivo di molte squadre, la voglia di attaccare di più, con le conseguenze divertenti per gli spettatori neutrali e i tifosi delle squadre che vincono, «magari un po' meno per gli allenatori che subiscono». Il paragone con la Premier League è arrivato immediato, ed è calzante per quel che riguarda queste primissime due giornate, poche. Che però gli azzurri delle qualificazioni europee abbiano aperto una strada è vero: a prescindere dalle avversarie, la media gol del 2019 è più del doppio di quella massima delle ultime gestioni, 1,53 congiunta del 2016 tra Antonio Conte e Gian Piero Ventura: con Ventura in gestione unica 1,5 nel 2017, quello però conclusosi con la mancata qualificazione ai Mondiali russi. Prima, un gol a partita nel 2014 con Cesare Prandelli e Conte, 1,4 con il solo Conte nel 2015.

Lorenzo Insigne sta così così ma gli altri ci sono e dunque anche la doppia trasferta sarà contrassegnata dalla voglia di fare, di creare, di mettersi al sicuro con due buoni risultati nati dal gioco e dalla produttività e riporre meno attese sulle due gare successive, il 12 ottobre a Roma contro la Grecia e il 15 in Liechtenstein. Anche se è arrivato lo scontato, e comprensibile, accenno al fatto che molti nazionali di Armenia e Finlandia siano in un periodo di massima forma perché giocano in campionati che si disputano tra la primavera e l'estate. Il rimedio manciniano è proprio quello di puntare su classe e tecnica della rosa.

Elementi di cui sono dotati anche Nicolò Zaniolo e Moise Kean - ecco perché non si è parlato di Balotelli: bastavano già loro - che

però sono fuori, perché «per giocare in nazionale oltre a quelle tecniche vi vogliono qualità comportamentali. Non hanno fatto nulla di grave ma servirà loro per il futuro. Un professionista deve essere sempre esemplare».

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