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È un "settesemprebello" Si gioca l'oro mondiale con le Olimpiadi in tasca

Splendida vittoria in semifinale con l'Ungheria Prima squadra azzurra qualificata ai Giochi

È un "settesemprebello"  Si gioca l'oro mondiale con le Olimpiadi in tasca

Ecco un Italia-Spagna dove l'Italia potrebbe finalmente vincere. Nel calcio sono state sberle, ma nella pallanuoto l'azzurro scolora meno e il rosso fuoco avversario viene annacquato. La nazionale della pallanuoto ha conquistato la finale di questi mondiali coreani (domani, ore 11,30) ed è uno sbarco propiziatorio nel mondo dei ricordi: a Shangai 2011, altra terra d'Oriente, l'ultimo oro mondiale davanti alla nazionale serba; sennò ricordiamo pure che a Barcellona '92, leggi Giochi olimpici, venne sconfitta proprio la Spagna e fu una storia da brivido.

E questo buon sigillo finale significa anche che il Settebello, come lo battezzò Niccolò Carosio, sarà la prima nazionale nostra qualificata per i Giochi di Tokyo 2020. Non è avvenimento da sottovalutare visto che, negli sport di squadra, il conto è già in rosso avendo perso calcio maschile e femminile e le donne del basket. Mentre per altre discipline ci sarà da accendere qualche cero ai santi protettori. Negli sport di squadra non siamo mai ben dotati, nonostante i nostri tecnici spesso facciano scuola.

Ma la pallanuoto no, quella non tradisce mai, non a caso è la nazionale dei nostri sport di squadra più vincente: un "settesemprebello". Per esempio, nel medagliere mondiale conta 3 ori, 2 argenti, 1 bronzo. Stavolta ci porterà comunque una medaglia. A Tokyo lasciate fare a Sandro Campagna e alla sua banda. Il ct è dotato di sano realismo e lo ha dimostrato ieri, appena conclusa la semifinale con l'Ungheria, vinta 12-10 a 1'42 dalla fine, dove gli azzurri hanno sofferto e rimontato, concesso allo spettacolo ma il tanto non basta se non conquisti il titolo. E allora un pomeriggio di relax, poi tutti a farsi venir fame. Detta con le parole di Campagna: «Voglio vedere una squadra affamata, perché di una medaglia d'argento nessuno più ne parlerà fra tre giorni, mentre l'oro rimane per tutta la vita». Questa è la sintesi di una concezione di sport moderno, alla faccia dei soliti romanticoni decoubertiniani: contenti perché la finale è la finale anche se l'oro sfuma. La sfida con gli ungheresi è stata emozionante, conclusa dal gol di Luongo, vissuta intorno alla spavalderia al tiro di Gonzalo Echenique, pallanotista argentino con cittadinanza spagnola, naturalizzato italiano: per lui sarà un derby.

L'Italia ha già visto sfilar via la chance contro la Spagna proprio l'anno scorso, nella semifinale dei campionati europei: decisioni dubbie (gol annullato a quattro secondi dalla fine), polemiche e amaro in bocca. Stavolta l'occasione per rifarsi sarà tutelata dalla presenza del Var. Non è detto che tutto fili per il verso giusto, come insegna il calcio. Ma un Var in più toglie qualche dubbio di torno.

La Spagna ha battuto la Croazia campione del mondo e, racconta Castagna, è forte in difesa. «Invece l'Italia non deve essere appagata. Se qualcuno lo è vuol dire che non merita le Olimpiadi di Tokyo». I Giochi 2020 sono lo schiocco di frusta per tener sveglia la compagnia, la finale con la Spagna rappresenta già il bottino di una medaglia che mancava dal 2011.

Poi c'è peso e peso, metallo e metallo.

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