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Segna soltanto la Juve. Ma il vero killer è Vidal

Grangioco per 25', partita aperta e chiusa dai colpi di Re Arturo. Llorente e Pogba mettono le ciliegine. I gol Samp sono "bianconeri"

Segna soltanto la Juve. Ma il vero killer è Vidal

La nona di Re Arturo Vidal è stato a touch of class. La decima rete il tocco del killer. Due tiri in porta e due gol per chiudere la partita della Juve alla fine del primo tempo e raccontare di una squadra che fa l'invidia degli altri allenatori: non gioca con allegria, ma ha l'allegria di chi sa giocare calcio facile e risolve partite come avesse sempre il grimaldello giusto. Ieri è stata vittoria anche più faticosa del prevedibile. La Samp è stata docile, poi ha tirato fuori la grinta del suo allenatore. Mihajlovic in panchina a digrignare, i giocatori hanno provato ad imitarlo sul campo e per la Juve è stata partita vera, talvolta rischiosa: 6 gol e festival di pali. È arrivata la vittoria consecutiva numero 12 che fa stra-record, metterà un po' di depressione alle inseguitrici e arricchisce il campionato di qualche bel gol, non certo di speranze e colpi di scena. Qualcuno dirà: ha preso due reti, erano sei partite che non le capitava di subire a Torino. Già, ma c'è voluto uno scivolone di Barzagli per aprire la porta agli avversari. Poi si è imposto Gabbiadini, guarda caso uno juventino già prenotato per il futuro: ha segnato lui e fatto segnare l'autogol a Barzagli. Ieri sera il cielo di Torino scaricava acqua, freddo e umido, ma poi la Juve ha scaldato subito lo Juventus stadium: 25 minuti di bel gioco che significa anche gran gioco. Ritmo intenso, ossessivo, Sampdoria chiusa a doppia sprangata in una difesa ostinata ma non rocciosa. Vago ricordo quella Juve macchinosa di inizio campionato, sembra quasi che il principio d'anno abbia ripescato la compagnia prepotente delle stagioni passate. Poi si sono impegnati tenori e primedonne del gol. Vidal e Pogba sono stati macchine infernali di un centrocampo che non aveva Pirlo, ma non si vedeva. I due sulle fasce sembravano rulli, almeno per un tempo. Mentre Tevez e Llorente hanno cesellato tra affinità e fiuto del gol. E se Pogba è stata fantastico nell'innescar Vidal sul primo gol (palla verticale e re Arturo ha toccato d'esterno con levità raffinata), eppoi nel segnare quello suo bello e dirompente, nel finale, il raddoppio di testa dello spagnolo è venuto da un corner calciato da Tevez con il libro del manuale calcistico in mano. Che poi Llorente sembri sempre più un Bettega e un po' meno Charles, diventa un punto a favore delle scelte di mercato bianconere. Oggi le reti del testolone spagnolo sono otto: soprattutto gol che pesano.

Però, da quel momento, forse troppo tranquilla, la Juve ha restituito un po' di suspence alla partita, come era capitato col Cagliari. Ha permesso alla Samp di uscir d'area e provare il tiro. Gabbiadini, che piace tanto a Conte, ha cercato di dargli ragione in ogni modo: un palo nel primo tempo, il tap-in nella ripresa che ha permesso il 3-2 e poco dopo ha riproposto quel suo calcio facile per andare a colpire la traversa. Mustafi, nel primo tempo, ci ha provato da più vicino e Buffon ha messo il piede per tranquillizzare una difesa senza Bonucci (problema muscolare alla coscia). E solo Tevez ha riproposto la distanza infilandosi in area e sparando sul palo un altro pallone da metter paura. La Samp non è mai uscita dalla partita, nonostante i gol abbiano fatto divario. Pericolosa soprattutto nel modo di calciare (tre pali, c'è anche quello di De Silvestri). Poi, certo, il rigore provocato dal piedino fesso di Regini sull'inserimento di Vidal, ha permesso la doppietta a King Arthur e alla Juve di chiudere il primo tempo con discreto sollievo e convinzione. Forse troppa convinzione perché la ripresa si è fatta faticosa, Samp affamata e pungente davanti alla superiorità un po' indolente della Signora che ha cominciato a rischiare troppo (salvataggi di Buffon) e mandato alle stalle un contropiede di Llorente concluso con una ciabattata tanto da far ricredere: più Charles e meno Bettega. Da quel momento lo show di Gabbiadini e i brividi per la Juve.

Serata riscaldata in tutti i sensi, finché Pogba non ha cavato dal piedone il siluro che fa la differenza tra i campioni e i terrestri.

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