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È una Signora da paura. Ma stavolta Conte & C. possono tenere il passo

Nerazzurri usciti ridimensionati, però ci credono. E la Juve potrebbe distrarsi per la Champions

È una Signora da paura. Ma stavolta Conte & C. possono tenere il passo

Oggi i fazzoletti bagnati, l'altro ieri i sorrisi radiosi. Oggi Conte a testa bassa («Dobbiamo crescere, loro sono di un'altra categoria»), l'altro ieri avvelenatore di pozzi della specie: torna pure in Inghilterra. Non c'è di peggio per il campionato che ritrovare la solita Inter del tutto cambi perché nulla cambi. Anche il solito Moratti che dispensa ottimismo («L'Inter può aspirare al titolo pur se la Juve è notevolmente forte») e mette il dito sulla piega che potrebbe diventare una piaga. «Lukaku deve ancora adattarsi al gioco italiano, ma Icardi sarebbe stato molto utile». Già, ci vuol qualcuno che segni senza lasciar passare le occasioni: Icardi ci sapeva fare. Lukaku ha il fisicone ma pure il piedone, nel senso deteriore, ed è costato 65 milioni (più 10): quando mai varrà la spesa? Solo perché prediletto di Conte, come lo furono alcuni strani acquisti di Mourinho al primo anno di panchina? Ma allora c'era di mezzo il procuratore del portoghese. Aveva ragione chi voleva Llorente come riserva del gigantone belga.

E l'Inter sconta qualcosa: eppure se leggete la tabella dei gol fatti e subiti la Nerazzurra sta meglio della Juve in entrambi i casi, aggiunti i pali, tanti (6, seconda in classifica dietro alla Lazio), il conto non torna per una sconfitta: anzi, la Sconfitta. Basta una Juve, un grattacielo calcistico detta con Conte, per far crollare il castello (di carte e sogni)? Tempo al tempo. L'Inter può solo migliorare, la Juve ha già trovato una quadratura nonostante la polmonite di Sarri, una campagna acquisti non scintillante e qualche malumore interno sul chi gioca e chi non gioca. La Juve ha il bisogno assoluto di far strada in Champions, lascerà qualcosa per strada. E qui sta il bello: l'Inter è la salvezza di questo campionato. Senza di lei, visto il Napoli, sarebbe la solita noia bianco e nera. Oggi più che mai il campionato dovrà tifare nerazzurro. Il calendario delle prossime 5 partite (Sassuolo, Parma, Brescia, Bologna, Verona) chiama un filotto, invertendo il trend dell'anno passato: quando furono le piccole ad affossare ogni speranza. Nel caso il trend cambiasse, la squadra dimostrerebbe forza e maturità e chissà che la Juve non abbia qualche grattacapo. Domenica sera la Signora ha abbagliato gli sguardi e l'avversaria mostrato le crepe. La difesa meno battuta del campionato pareva la porta girevole di un saloon. I numeri non sempre dicono la verità: le parate di Handanovic hanno fatto punti, Skriniar e Godin restano due adattati alle idee difensive di Conte. Il centrocampo perso Sensi (forse assente col Sassuolo) perde la bussola. Brozovic esiste quando il livello non è alto: quando l'asticella si alza, scompare. Dovrebbe arrivare a gennaio un altro centrocampista di sostanza: Vecino è un diesel, Borja Valero un lumacone. Sintesi: Conte si gira e vede una panchina debole. Sanchez vale la scommessa, Barella cresce tanto da ricevere pure i complimenti di Messi, Lautaro si sta posizionando per essere determinante ma è ancora troppo egoista. L'Inter va modellata, la Juve è un modello ed è più forte, ma ha solo un punto di vantaggio.

Conte e i conti: chi vivrà vincerà.

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