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Solo un palo nella nebbia Il Milan non vede la porta e l'arbitro i troppi falli

Gioco duro dei bergamaschi, Massa lascia fare Antonelli scheggia l'incrocio. Serve mercato

Franco Ordine

Milano Dal vecchio, caro nebbione di San Siro, è spuntato un malinconico 0 a 0, merito della tigna dell'Atalanta (record di falli fatti, molto mestiere nel perder tempo e alla fine 6 ammoniti grazie alle concessioni dell'arbitro Massa) e responsabilità del discutibile potenziale offensivo del Milan. Montella ha utilizzato il meglio della propria artiglieria. È partito con Lapadula, guerriero autentico, prima di lasciare spazio e campo a Bacca che in pochi minuti a disposizione è riuscito a costruirsi, da solo, una palletta-gol mica male (sulla linea ha salvato Conti). Ha chiamato a raccolta anche Niang nei pochi spiccioli del recupero e il francese ha confermato che l'esclusione iniziale è stata proprio una buona idea. Anche perché Bonaventura, il migliore dei suoi, in quella zolla ha fatto diventare matto prima Conti e poi Toloi. A dare una rapida occhiata al taccuino della sfida i rossoneri hanno i conti dalla loro parte. Specie durante la seconda frazione, la migliore dal punto di vista calcistico, han provato e riprovato a mettere il rivale con le spalle al muro. Con Antonelli ha scheggiato l'incrocio a fine primo tempo ma si è trattato dell'isolato lampo di una frazione scandita più dal numero industriale di falli commessi dai giovanotti di Gasperini, uno che si difende uno contro uno, all'antica quindi sbandierando concetti moderni.

Più tardi, quando i berlusconiani han guadagnato campo e l'Atalanta si è ritirata nel proprio accampamento, Bonaventura ha sfiorato il palo, poi Lapadula e Bacca, superato il portiere, han trovato un piede atalantino pronto a deviare sulla linea. Non ci sono allora grandi rimorsi per i milanisti che sono andati a letto col terzo posto in classifica ma potrebbero ritrovarsi già stasera scivolati al quinto nel caso Lazio e Napoli dovessero chiudere la rispettiva domenica con un successo. È mancato perciò l'acuto, la prodezza balistica, la giocata decisiva al cospetto di un rivale che non si è certo solo difeso, con le unghie e con buona organizzazione, senza mai tirarsi indietro nei valichi concessi. Un paio di volte è intervenuto Donnarumma a evitare complicazioni (colpo di testa di Toloi), nel finale Freuler, in contropiede, ha commesso un clamoroso errore.

Riflettendo su questa contabilità sarebbe un delitto se, per discutibili gelosie personali, le due anime del club, quella italiana e quella cinese, non dovessero trovare l'intesa per migliorare la cifra tecnica del Milan attuale. Non ci vogliono dei geni per capire là dove la squadra di Montella ha bisogno di essere puntellata. A centrocampo la più evidente esigenza. Per l'infortunio di Montolivo, il tecnico ha messo sulla rampa di lancio Locatelli che ha soltanto 18 anni: impensabile che possa, da solo, governare il gioco nella stagione del debutto. Ieri, per preservarlo (è diffidato e in caso di ammonizione avrebbe dovuto saltare la super-coppa con la Juve di venerdì prossimo), ha giocato nel ruolo di centrale Bertolacci che non ha sfigurato ma trattasi del ripiego del ripiego. «Bacca è incedibile» ha sentenziato Galliani.

Inevitabile con questo plotoncino di attaccanti.

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