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Sono spariti i ricchi o gli scemi?

Sono spariti i ricchi o gli scemi?

F irenze pullula di americani. Turisti e affini. Ne mancava uno, il più importante. Non è Trump che ha già dato, di passaggio, in Inghilterra. Trattasi di Commisso Rocco che, in verità, è calabrese di Gioiosa Ionica, ultimo arrivato nel football nostrano che ormai ha cambiato la propria pelle originaria e si offre a nuovi investitori, da ogni parte essi vengano purchè versino denari pesanti e freschi per evitare crisi e contestazioni. Il calcio diventa soccer, là dove la cultura di questo sport non ha mai messo radici profonde trova invece investitori e appassionati pronti ad emigrare con idee e dollari. Hanno messo le mani nella Premnier League, il Liverpool campione d'Europa è nelle mani dei bostoniani del Fenway Sports Group. Dobbiamo abituarci a nuove bandiere e a nuove lingue, il cinese a Milano Inter, il newyorker a Milano Milan, il bostoniano a Roma, il canadese a Bologna, il russo a Venezia, tralascio gli altri che fanno cronaca ma non ancora storia. Per seguire il calcio in tivvù siamo già costretti a pagare la bolletta a Sky e Dazn di derivazione britannica, i pescecani che hanno sbranato la Rai tutta tricolore. Quale sia il fascino della nostra serie A è un mistero da chiarire, non soltanto come curiosità. Più che di passione si potrebbe parlare, e scrivere, di speculazione, qualunque fondo, ad esempio, interviene per comprare a cifre basse e poi rivendere a cifre cinque volte più alte. E' il mercato, bellezze. I grandi presidenti padroni della serie A hanno battuto in ritirata, sull'orlo dell'esaurimento nervoso e finanziario. La lotta con emiri e affini è impossibile. Finito il tempo dei mecenati definiti da Giulio Onesti, presidente del Coni che fu, ricchi scemi. Oggi uno dei due aggettivi è stato cancellato.

Quale? Lascio a voi la risoluzione dell'indovinello.

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