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Sophia, 11 ore sotto i ferri: muove gli arti

Operazione riuscita per la 17enne, nessuna lesione al midollo spinale

Sophia, 11 ore sotto i ferri: muove gli arti

Undici ore. Questo il tempo richiesto per salvare la schiena di Sophia. Undici ore per curare i danni provocati nello spazio di un lampo, un respiro, neppure un battito di ciglia dalla monoposto impazzita di questa dolce e incosciente diciassettenne tedesca volata contro una tribuna. Alexander, il papà di Sophia Floersch, ora tira un sospiro di sollievo. Dice: «L'operazione è andata bene, mia figlia trascorrerà la notte in terapia intensiva e per fortuna il midollo spinale non è stato danneggiato. L'intervento è stato volontariamente lento per evitare qualsiasi rischio». Sì. Tutto bene, «gli arti sono attivi» confermano i medici dell'ospedale di Macao che l'hanno operata per ridurre la frattura alla settima vertebra provocata da quell'incredibile e drammatico volo durante il Gp di F3. Un miracolo che sia ancora viva e che siano vivi gli altri quattro feriti coinvolti in questo spaventoso incidente. Il pilota Sho Tsuboi su cui la monoposto impazzita è decollata colpendolo, i fotografi, quello già dimesso e quello ancora ricoverato con lacerazioni all'addome. E un commissario con la mascella fratturata.

Un miracolo. «Sì, sì un angelo era accanto a lei» dice un uomo solitamente molto pratico e terra terra come il proprietario del team per cui corre, Frits van Amersfoort, «era come un razzo, il fatto che sia sopravvissuta è incredibile... Riteniamo che viaggiasse a 276 km orari, i peggiori minuti della mia vita. Guardando quelle immagini ho pensato subito al peggio... e dire che di incidenti brutti ne avevo visti tanti, eppure mai uno così. Siamo stati fortunati perché ha superato una barriera: se l'avesse colpita, sarebbe andata molto peggio».

Fortuna, miracolo, angelo seduto accanto. Un insieme di coincidenze fortunate ha messo una pezza ed evitato una strage. Perché è vero, se a quasi trecento all'ora fosse andata dritta contro le barriere, le conseguenze per Sophia sarebbero state devastanti. Invece, paradossalmente, il decollo le ha permesso di passare oltre e l'impatto col retrotreno della macchina, che si era provvidenzialmente girata in volo, è stato ammortizzato dalla tribuna mobile allestita per i fotografi. E miracolo nel miracolo, nessuno di loro è rimato ucciso.

Restano ancora poco chiare le cause dell'incidente, benché sia molto probabile l'errore della ragazza che non si era accorta di un improvviso rallentamento davanti a lei.

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