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Sospetti Usa sulla cinese Ye: «Andava troppo forte»

Il nodo della questione che contrappone una volta in più Cina e Stati Uniti in questa Olimpiade consiste nello scindere l'incredibile dal non credibile. Tutto ruota attorno alla cinese Ye Shiwen e al suo incredibile record del mondo nei 400 misti di domenica che le ha fruttato la medaglia d'oro. Quel 4'28''43 non è proprio andato giù a John Leonard, direttore esecutivo della World Swimming Coach Association e dell'equivalente associazione a stelle e strisce, da quasi 25 anni in questo sport, qualifica straripante almeno quanto le sue dichiarazioni al Guardian. «Una cosa del genere ricorda momenti terribili del nuoto». La «cosa» in questione è l'ultima frazione della Shiwen, i 50 metri finali, nuotati più veloci di Ryan Lochte, omologo maschile che ha vinto i 400 misti con il secondo tempo più veloce della storia. La Shiwen, 16 anni, 64 kg in 172 cm, li ha fatti appena in 58,68. Perdipiù migliorando il proprio record personale non di uno, non di due ma di sette secondi. I «momenti terribili», invece, sono quelli del 1998 quando l'irlandese Michelle Smith fu squalificata per doping, due anni dopo l'oro di Atlanta 1996. Proprio nei 400 misti.
Messa così, l'accusa è gratuita. Per questo Leonard argomenta i suoi cattivi pensieri: «Se tutte le sue frazioni fossero state veloci, capirei. Ma le prime tre le ha nuotate normalmente, poi all'improvviso ha tirato fuori una prestazione storica. Sembrava superwoman». La Shiwen ci ha messo poco a replicare: «Non c'è alcun problema di doping. La squadra cinese ha regole ferree».
Sebbene la nuotatrice cinese abbia al suo attivo un mondiale (quello del 2011, a Shangai, in casa quindi), due giochi asiatici (vedi sopra) e altri piazzamenti, sorge comunque qualche dubbio. A partire dalla mancata partecipazione della Shiwen ai 200 o 400 liberi nonostante la sua incredibile facilità di bracciata. Leonard poi ricorda le cinque cinesi fermate per doping nel 2008 durante i campionati nazionali juniores. Il Cio per ora tace. In realtà, parla, ma è come se non dicesse niente. Arne Ljungqvist, capo della commissione medica del comitato olimpico internazionale, racconta come funzionano i test antidoping durante i Giochi.
«Noi abbiamo il potere di controllare gli atleti solo dal momento in cui viene aperto il villaggio olimpico sino all'ultimo giorno di gare». Come a dire, tutto il periodo precedente non è affar nostro. «In generale, raccomandiamo le federazioni a convocare solo atleti puliti».
In attesa di conferme o smentite alla tesi di Leonard, il restante mondo del nuoto si è dimostrato gentile, perfino entusiasta verso la prestazione della Shiwen. A partire da Lochte: «Ne parlavamo a cena. È impressionante. È veloce. Se fosse stata contro di me, mi avrebbe battuto». Addirittura Mark Spitz, 7 ori olimpici, le ha fatto i complimenti: «L'ho trovata affascinante. In vita mia, non ho mai visto un allungo del genere negli ultimi 25 metri. Non si è mai parlato della remota possibilità che una donna potesse fare una cosa del genere».
E si torna al punto di partenza. «Ogni volta che nel nostro sport vediamo qualcosa di “incredibile”, e metto questa parola tra virgolette, la storia dimostra poi che il doping è coinvolto» ha concluso Leonard.

Incredibile o non credibile, appunto.

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