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Soto, l'uomo da 440 milioni. Rifiutati

Washington gli offre il super rinnovo, lui dice no. E i tifosi s'infuriano

Soto, l'uomo da 440 milioni. Rifiutati

Soto a chi tocca. Soto, o meglio sotto, a chi vuole offrire oltre 440 milioni di dollari a un giocatore di baseball di 23 anni, già vincitore del campionato nel 2019, praticamente da ragazzini: Juan Soto, esterno difensivo e grande battitore dei Washington Nationals, quei 440 milioni spalmati nell'arco di 15 anni li ha appena rifiutati e li andrà a cercare altrove, ma prima o poi li avrà. È una storia che ha fatto il giro del mondo, o perlomeno degli Stati Uniti, nei giorni scorsi, anche perché è emersa nelle stesse ore in cui il dominicano vinceva la gara dei fuoricampo all'All-Star Game di Los Angeles. Il che lo ha infastidito e messo in imbarazzo: sperava che le trattative per il prolungamento del contratto rimanessero segrete, perché sapeva che una qualsiasi persona dotata di buon senso non potrebbe mai accettare l'idea che qualcuno rifiuti quasi mezzo miliardo di dollari, o di euro visto che ora con la parità il conto diventa più semplice.

Soto lo ha fatto perché, assieme al suo agente, il potentissimo Scott Boras, ritiene che la media annuale (29,3 milioni) non sia adeguata al proprio valore, considerando che solo tre anni fa Mike Trout, un fenomeno ma all'epoca già 28enne, rinnovò con i Los Angeles Angels per 12 anni e 426 milioni. Sui semplici numeri, in effetti, i conti non tornano, ed è verissimo che molti atleti professionisti controllano costantemente i contratti dei colleghi, pronti a scattare non appena uno di loro, di talento inferiore, ottenga un compenso maggiore, ma Soto sapeva benissimo la tempesta che gli si sarebbe scatenata contro, e ha cercato di smorzare. Riferendosi anche - e ha ragione - al fatto che la famiglia Lerner sta cercando di vendere i Nationals e che presumibilmente i nuovi proprietari saranno in grado di offrire di più, anche per tenere buoni i tifosi, preoccupati addirittura di un trasferimento dell'intero club.

Anche perché Soto ha il contratto fino al 2024 (a circa 17 milioni annui) e non ha manifestato intenzioni ribelli: vorrebbe solo sapere prima possibile il proprio destino, considerando che il 2 agosto si chiude il periodo del mercato del baseball e prima di quella data sarebbe anche possibile un clamoroso trasferimento, con contropartita mai vista nella storia. È il gioco - serissimo - dello sport professionistico americano, che parte dalla solita considerazione di base: i club sono solidi e hanno introiti formidabili, altrimenti nemmeno verrebbero ammessi a far parte delle varie leghe, salvo imprevisti. Come quello degli Oakland A's: arrivati da Philadelphia nel 1965, ora sono in una difficile situazione, per via dello stadio decrepito e della difficoltà a trovare i permessi per costruirne uno nuovo. Per il 2022 si sono messi avanti tagliando gli stipendi: pagano 48,5 milioni all'anno, e fa specie che proprio ieri Kyler Murray, un loro ex giocatore a livello di squadre minori, passato poi al football, abbia firmato per 46,1.

Molto più di Soto pur essendo, in un altro sport, a lui non superiore.

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