Calcio

La spedizione "italiana". Da Giroud a Di Maria: strani ritorni dal deserto

Effetto coppa su Angel, Paredes, Lautaro e Dybala. Tra i "68" tanti bocciati. Szczesny e Amrabat top

La spedizione "italiana". Da Giroud a Di Maria: strani ritorni dal deserto

Avevamo il quarto campionato più rappresentato in Qatar, pur non schierando la nostra Nazionale. Sono partiti in 68 e quattro di loro sono tornati con la coppa: Di Maria, Paredes, Dybala e Lautaro Martinez. L'Inter ribadisce la tradizione di avere almeno un giocatore finalista da Spagna '82 e la Juve si conferma la squadra con più campioni del mondo nella storia (27 dal '34 a oggi). Ma in generale non sono molti gli italiani che hanno brillato in questo Mondiale, persino tra i vincitori. Angel Di Maria è sicuramente quello che esce nel modo migliore in assoluto, non solo per il gran gol del raddoppio in finale e per la coppa sollevata assieme a Messi, ma soprattutto perché si è rivelato l'uomo determinante per il gioco dell'Argentina.

Di Maria bacia la coppa

La mossa di Scaloni di recuperarlo per la finale è stata la chiave dei primi 60 minuti spumeggianti dell'albiceleste, durante i quali la Francia era stata annientata. Non a caso, uscito il Fideo, i galletti hanno rialzato la cresta Il vero problema di Di Maria è stato come sempre la condizione fisica che, dagli ottavi in poi, gli aveva consentito di giocare solo una ventina di minuti nei supplementari con l'Olanda. Ma la Juve ritroverà un giocatore ricaricato da questo ruolo da protagonista nel trionfo mondiale.

Altrettanto non si può dire degli altri tre argentini d'Italia, a partire dall'altro juventino Paredes, bocciato dopo il flop iniziale con l'Arabia e tornato titolare solo in semifinale con la Croazia, facendosi notare per il resto solo per durezze e provocazioni. Anche Lautaro ha pagato il rovescio con i sauditi ed è finito dietro Alvarez nelle valutazioni del ct: tanta panchina e nemmeno un gol segnato per il Toro che in finale, quando è entrato, si è segnalato solo per le occasioni sprecate. Così l'Inter potrebbe ritrovarselo un po' sgonfio, nonostante il titolo. Discorso ancor più evidente per il romanista Dybala che in tutto il Mondiale ha giocato poco più di un quarto d'ora, entrando però al 120' della finale per segnare uno dei rigori d'oro.

Il Mondiale però restituirà alla Juve almeno un paio di grandi protagonisti con altre squadre, come Rabiot, uno dei primattori nella cavalcata della Francia, e Szczesny, che da solo ha portato la sua Polonia negli ottavi ed ha parato persino un rigore a sua maestà Messi. Così come Kostic e Vlahovic (per quel che ha giocato) sono tra i pochi a salvarsi nella ondivaga Serbia. Mentre Danilo e Alex Sandro non sono certo tra gli imputati nel flop brasiliano.

Il Milan ha sorriso fino al penultimo atto, vedendo lo splendido Giroud (4 gol) decisivo con l'Inghilterra e Theo Hernandez fondamentale in semifinale col Marocco, che ha visto tra i protagonisti principali il viola Amrabat. Poi però hanno bucato la finale e il centravanti ha subito addirittura lo smacco della sostituzione dopo 41'. A Milanello sperano di rivedere i due grandi trascinatori della Francia irresistibile fino alla semifinale. Mezzo sorriso anche per Rafa Leao, sempre determinante quando il Portogallo si è ricordato di lui, autore di un gol gioiello con la Svizzera dopo quello fondamentale col Ghana.

L'Olanda infine restituisce all'Inter un Dumfries vivace protagonista e un De Vrij triste riserva, mentre il Belgio ha pagato anche gli errori di Lukaku (per quel poco che ha giocato) e ha lasciato De Ketelaere nei suoi dubbi di panchinaro su tutti i fronti.

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