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Giampaolo resta in bilico. Ma l'esonero boccerebbe anche società e giocatori

Nel vertice con Singer passa la linea dell'attesa Allegri è l'unico che metterebbe tutti d'accordo

Giampaolo resta in bilico. Ma l'esonero boccerebbe anche società e giocatori

Domenica notte è stata di Marco Giampaolo la fotografia calcistica più nitida del Milan demolito e umiliato dalla Fiorentina. «Sembrava che avessero giocato per la prima volta senza essersi mai allenati insieme», ha spiegato con lo sguardo perso nel vuoto di un abisso tecnico e professionale. Giudizio e riflessione condivisa dallo stesso capitano, l'avvilito Alessio Romagnoli: «Sembrava che giocassimo ognuno per proprio conto», l'accusa diretta ai suoi sodali più che alla panchina o alle idee del tecnico. «La colpa è di tutti»: qualche minuto più tardi la voce di Paolo Maldini ha tolto Giampaolo dalla sbarra dell'accusato unico ed esteso la responsabilità del naufragio ennesimo anche a società e calciatori com'è giusto che sia. «Sono tanti anni che non siamo all'altezza del passato» ha infine segnalato qualche ora lo stesso Maldini dopo ricevendo il tapiro da Striscia la notizia forse per ricordare che i ritardi non sono di oggi ma arrivano anche dall'eredità cinese. A notte fonda, appena si è chiuso il vertice straordinario sul Milan al quale ha partecipato Gordon Singer, patron di Elliott arrivato per testimoniare in modo plastico l'interesse del fondo per le vicende calcistiche del club, la linea societaria della difesa di Giampaolo ha vissuto qualche ora prima di ricevere interpretazioni alternative.

Se il deficit più inquietante del Milan di oggi è la gioventù e l'inesperienza del gruppo, moltiplicata dall'arrivo dell'ultimo mercato, beh il cambio dell'allenatore non può certo colmarlo. Sono poi le potenziali candidature a rendere ancora più incerto lo scenario in caso di esonero dell'attuale tecnico. Di tutti i nomi fin qui circolati, tra stravaganti proposte (si è fatto avanti Honda) e ipotesi impraticabili (il tandem Sheva-Tassotti ora alla guida della nazionale in Ucraina con obiettivo l'europeo), l'unico capace di raccogliere il consenso unanime è Max Allegri. Per allontanare il rischio di esonero Giampaolo è il primo a sapere che da sabato prossimo deve cambiare la musica: a Torino fu apprezzato il gioco per 60 minuti, con la viola zero su tutta la linea. Perciò l'orientamento conclamato è di presentarsi a Marassi sabato prossimo con l'attuale allenatore in sella proprio come accadde con Montella molti mesi prima, salvato da un golletto di Bacca. Il metodo funzionò per qualche settimana allora.

La prudenza di Gazidis, che l'anno scorso difese Gattuso dopo Frosinone, è spiegabile. Esonerare Giampaolo significherebbe riconoscere fallito il progetto complessivo dell'estate scorsa: nuovo piano industriale imposto dall'azionista per via del FFP, nuovo tecnico, nuove idee di calcio, nuovi interpreti, nuovi dirigenti a gestire il tutto. In particolare sotto la lente d'ingrandimento di azionista, critici e tifosi è finito il mercato nel quale c'è stata la rinuncia a qualche pedina di maggiore appeal (Sensi e Veretout) e spostato l'obiettivo su giovanotti di possibile avvenire. L'unica cessione realizzata, per guadagnare una plusvalenza, è stata di Patrick Cutrone che oggi servirebbe come il pane per mettere da parte Piatek, finito nella tela del ragno. Sul punto, Boban e Maldini segnalarono subito il limite complessivo del gruppo. «Modric sarebbe perfetto per noi», dichiarò Paolo a mo' d'esempio.

La conferma più evidente, in campo avverso, è il contributo decisivo dato dal 36enne Ribery alla Fiorentina.

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