Calcio

La staffetta della Francia che sfida due maledizioni

Giroud raccoglie il testimone di Benzema mentre su Deschamps c'è l'ombra di Zidane

La staffetta della Francia che sfida due maledizioni

Toujours y croire. Niente di meglio del mantra di Olivier Giroud («Crederci sempre») per dare forza e gol alla Francia campione. Il mantra è pure titolo della sua autobiografia, ma ben si modella per i campioni del mondo inseguiti dalla maledizione degli infortuni. Poi c'è maledizione e maledizione: quella dei mondiali forse è anche peggio. Partiamo dalla prima: l'ultima stonatura di Allez enfants è arrivata quando Karim Benzema ha alzato il braccio per una fitta alla coscia sinistra. Diagnosi senza pietà: tre settimane fermo e addio al suo ultimo mondiale, dopo aver saltato anche il 2018 per altre ragioni. Pallone d'oro, anno d'oro, mondiale nero: la vie non è sempre en rose. Deschamps ci ha pensato un po' eppoi ha deciso: nessun sostituto, Allez enfants! Benzema è ripartito per Madrid accompagnato dai fazzoletti sventolanti dei compagni e da quelli, forse già intrisi di pianto, dei tifosi Bleus che speravano nei suoi gol pesanti. Poco conta che Benzema ci abbia messo un augurio: «Lascio il posto a chi può davvero aiutare. Nella vita non mi sono mai arreso, stavolta parla la ragione». Storia difficile per i campioni del mondo che domani affronteranno l'Australia, ma son altre le battaglie dove troveranno vita dura. La serie di infortuni è avvilente: Kantè, Pogba, Maignan, Kimpembè, Nkunku, Benzema. Un po' troppi per non pensare ad una preventiva visita a qualche santuario. Ma chi potrà dare una mano? Occhi su Dembelè, in cerca di rivincita rispetto a Euro 2021 quando mollò per problemi fisici. La lista dei cantori del gol si compone del Mbappè, che ieri filmava il Bon appetit! dei compagni con invidiabile serenità, Griezmann, Coman, Kolo Muani, Thuram, Dembelè e naturalmente Giroud. Eccolo il predestinato: Giroud, anni che non passano e gol che restano. Il suo crederci sempre in Italia funziona. Chissà mai che pure in Qatar Olivier ha garantito certezze: «Sono al 200% per aiutare la squadra. Il mio ruolo è chiaro: quando Deschamps vorrà, sarò di aiuto». Considerando l'età andrà centellinato per attimi difficili. Del resto la Francia ha spesso celebrato storie di gol: il primo di ogni mondiale fu di Lucien Laurent (Francia-Messico 1930), il primo golden gol toccò a Laurent Blanc (Francia-Paraguay 1998). Fabien Barthez, insieme a Shilton, è il portiere con maggior partite (10) senza subire reti.

Però aleggia anche l'altra maledizione: quella che vuole i campioni eliminati al primo turno. È successo in 4 delle ultime 5 edizioni: proprio alla Francia nel 2002, eppoi Italia (2010), Spagna (2014), Germania (2018). In tempi antichi era successo all'Italia 1950 (era campione del 1938) e al Brasile campione 62 nel 1966. Secondo statistica, 13 squadre campioni su 20 non sono arrivate alle semifinali. Eternel recours, hanno ribattezzato a Parigi. Ed, infatti, i sondaggi dicono che circa il 50% di tifosi Bleus vedono Mbappe e soci fuori entro i quarti. Un peccato per le copertine patinate che già lo incoronavano re. Senza dimenticare che questo dovrebbe essere l'ultimo mondiale di Deschamps.

Zidane è in agguato.

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