Sport

Su Wrangler Rubicon impossibile impantanarsi

Raduno annuale degli appassionati in Trentino Alla frusta i 4x4 americani. E tanto «vintage»

Cesare Gasparri Zezza

S. Martino di Castrozza (Tn) Le ruote pattinano nel fango, alcuni schizzi si fermano sul cofano, altri raggiungono il parabrezza. Una buona dose di gas e braccia che ruotano velocemente lo sterzo alla ricerca del grip per gli pneumatici BF Goodrich Mud Terrain da 17 che equipaggiano il nostro Wrangler Rubicon 2.2 Diesel.

Stiamo percorrendo uno dei percorsi off-road allestiti nelle valli dolomitiche in occasione del «Jeep Camp 2019». L'evento, organizzato dal Jeep Owners Group una volta l'anno, richiama sempre centinaia di appassionati da tutto il Vecchio continente.

Mentre al campo base si stanno radunando le prime famiglie, noi stiamo terminando un percorso bucolico e per iniziare la prova con ostacoli artificiali allestiti in una valle. Maltrattata, sporca, la Wrangler la stiamo mettendo alla frusta. I due sistemi di trazione Command-Trac e Rock-Trac, i bloccaggi dei differenziali, la barra stabilizzatrice anteriore a scollegamento elettronico insieme agli angoli di attacco, uscita e dosso (35,4°/30,7°/20°) la rendono inarrestabile. Le impostazioni del sistema di trazione permettono di ottimizzare la «forza» secondo del fondo stradale: 2 ruote motrici a trazione posteriore; 4×4 automatica; 4×4 manuale; 4×4 ridotte (rapporto 4:1); blocco del differenziale sul posteriore o su entrambi gli assi oltre allo sgancio della barra anteriore per permettere alle sospensioni di sfruttare in modo indipendente l'intera escursione. Per le discese più ardite si può inserire il Descent Control (HDC) che garantisce il controllo della velocità. Il «Jeep Camp» di quest'anno è stato organizzato all'insegna dell'ecostenibilità. Per realizzare molte delle strutture sono stati utilizzati oltre 100 metri quadrati di tronchi, per un totale di 250 tonnellate di legna proveniente dagli alberi abbattuti durante i temporali dello scorso ottobre nei boschi della zona.

Al campo base parte la musica, le persone si stanno mettendo in fila per fare un giro sulla ruota panoramica e gli stand della gastronomia vengono presi d'assalto. Seduti ai tavoli, i jeeper hanno esperienze da condividere e molte storie da raccontarsi.

Dal nostro posto di guida tutto è sotto controllo, prima di lasciare il sentiero ci fermiamo per dare il tempo a una mucca di finire il suo pranzo e dirigersi nuovamente nel bosco. Abbiamo raggiunto l'area tecnica. Qui gli istruttori della Jeep Academy hanno preparato vari ostacoli artificiali. Una rampa, dei dossi e una serie di tronchi per mettere driver e auto alla prova. Quattro ruote motrici e ridotte inserite, cambio in manuale e blocco del differenziale inserito. Dalla cima della piattaforma ci danno le indicazioni su dove far passare le ruote. Partiamo in 4ª, appena inizia la salita giù gas. I 450 Nm di coppia si fanno sentire già a 2mila giri. È incredibile la facilità con cui il Wrangler si arrampica e i 26° di inclinazione laterale che riusciamo a raggiungere.

Nella sosta tra un esercizio e l'altro ci spiegano il sistema Uconnect di 4ª generazione, l'uso della app MyJeep, la cartografia e la strumentazione per l'offroad.

Di rientro al campo base ci fermiamo a guardare i modelli Jeep Vintage schierati per l'occasione: il Gladiator, il nuovissimo pick-up, che debutterà il prossimo anno sulle nostre strade, e la Wrangler 1941, limited edition realizzata per rendere omaggio all'iconica Willys, con accessori ufficiali Jeep Performance di Mopar, il marchio americano di ricambistica del gruppo Fca. Prestazioni e listini della 1941 e della Gladiator sono ancora sconosciuti, per la Wrangler Rubicon diesel a 4 porte, come quello della nostra prova, il prezzo è 59.

000 euro.

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