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Suicidio Lazio: ko col Chievo già in B

Nel giorno del passo falso milanista, squadra presuntuosa. Due espulsi

Giacomo Puglisi

Roma Doveva essere una bolgia, in realtà sembrava di assistere a una gara a porte chiuse. Doveva essere una festa, in realtà è stata una disfatta. Questo benché a pochi minuti dal fischio d'inizio della gara dell'Olimpico, a Ponte Milvio, dove i tifosi della Lazio si ritrovano prima della partita, fosse stata assordante l'esultanza per il pareggio del Parma contro il Milan. La Curva Nord ha infatti scioperato in seguito alla decisione delle forze dell'ordine di non far entrare uno striscione (non autorizzato dalla Questura) per un tifoso biancoceleste scomparso nei giorni scorsi. E così la Lazio non è mai riuscita a entrare in partita, sprecando l'occasione di avvicinare il quarto posto facendosi battere in casa da una squadra già retrocessa. I ragazzi di Inzaghi sono scesi in campo svogliati, con un atteggiamento arrogante, come se la vittoria le fosse dovuta. Al 34' Milinkovic si è fatto cacciare per un calcio nel sedere, a palla lontana, perdendo la testa solo perché Stepinski lo aveva pressato. Nervosismo ingiustificato che l'arbitro Chiffi ha giustamente punito col rosso. Visto il gesto violento, fra l'altro, il serbo dovrebbe saltare sia la trasferta con la Sampdoria che la gara casalinga con l'Atalanta (stessa sorte per Luis Alberto, espulso a gara finita).

A inizio ripresa la Lazio è definitivamente sparita dal campo: prima ci ha pensato il classe 2000 Vignato (al primo gol nella massima serie) a liberarsi con una finta di Parolo e a battere Strakosha. Poi, al 6', il 2-0 di Hetemaj, lasciato solissimo in area di rigore da Marusic. La Lazio non è mai riuscita a reagire, è implosa. Evidentemente sbagliata la formazione iniziale (molte le riserve schierate, vista la partita di mercoledì a Milano col Milan), ma è la prova provata del mercato sbagliato in estate. Con Durmisi in campo, in tutto l'anno, la Lazio in campionato ha incassato un gol ogni 44 minuti giocati. A centrocampo se manca Leiva la Lazio è lenta, in attacco mancano le alternative: con Caicedo in campo dal primo minuto l'unico cambio offensivo era Correa, un trequartista. Nemmeno la rete del 2-1 di Caicedo, ha dato la scossa alla Lazio, che ha immediatamente rischiato di prendere il 3-1. L'unica occasione è capitata a Correa che ha però colpito il palo.

Per la squadra di Inzaghi è l'ennesima occasione persa e la Champions, proprio nel giorno della gara più semplice, è diventata un miraggio.

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