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Sul ghiacciaio che non c'è più. L'Italsci sogna con le donne

Classica gara di apertura a Sölden sempre più piena di rocce Bassino e Brignone puntano al podio su una pista molto stretta

Sul ghiacciaio che non c'è più. L'Italsci sogna con le donne

Sölden Da oltre vent'anni la stagione dello sci si apre sul ghiacciaio di Sölden, da oltre vent'anni a fine ottobre si sale quassù per ammirare, oltre ai boschi colorati dall'autunno, i migliori sciatori del mondo lottare per stare in piedi su una delle piste più dure e faticose del circuito. Lo faremo anche stamattina, dopo che ieri, in una vigilia carica di tensione e di voglia di ricominciare, siamo rimasti a bocca aperta davanti allo spettacolo del ghiacciaio che sta lasciando sempre più spazio alle rocce, alla pista di gara sempre più stretta, a temperature a dir poco inconsuete a quota 3000.

Non è il mio mestiere parlare del clima, men che meno amo i toni allarmisti su questo tema di grande attualità. Non si può però negare il fatto che il ghiacciaio stia scomparendo: se da un anno all'altro il cambiamento continuerà a essere così drastico, fra una decina d'anni la prima gara della stagione si farà altrove. Ma viviamo il presente. Ci siamo, la pista è pronta ed è bella, ben preparata, dura come piace ai nostri e soprattutto alle nostre, che già oggi potrebbero essere protagoniste. Federica Brignone e Marta Bassino puntano al podio e non lo nascondono, proprio qui lo hanno già conquistato e stanno bene. Sofia Goggia vorrebbe e potrebbe fare altrettanto, ma il fatto che parta con un numero alto (il 64, su 66 iscritte) la fa apparire fuori dai giochi. Il responsabile tecnico Rulfi dice che per lei un piazzamento fra le prime quindici sarebbe positivo. Conoscendola, e sapendo che in gigante si è allenata tanto e bene, siamo certi che non si accontenterà di fare la comparsa.

E mentre Federica dice di sentire il cuore leggero «perché finalmente comincio una stagione sapendo di aver fatto tutto quello che dovevo e potevo per prepararla al meglio» (negli ultimi due anni si era sempre infortunata durante l'estate), Sofia confessa che per lei il gigante è «la disciplina più difficile, ma anche la base su cui lavorare per migliorare il rendimento nelle curve, ciò che mi servirà per andare forte anche nelle gare di velocità, le mie». Sono passati quasi tre anni dalla favolosa tripletta Brignone-Goggia-Bassino nel gigante di Aspen, sognare un bis non è da pazzi, ma al momento pare un po' azzardato. Quel che è certo è che la squadra femminile italiana ha un potenziale enorme. Le giovani sono cariche, motivate anche dal fatto di potersi confrontare giornalmente con le compagne più forti. L'ambiente pare sereno, se lo sia davvero chissà, non bisogna mai dimenticare che lo sci è uno sport individuale che si pratica in squadra Ieri, alla consueta conferenza pre-gara, le azzurre hanno preceduto i colleghi uomini e pur con l'imponente presenza di Dominik Paris nel gruppo, la differenza di determinazione era palpabile. I nostri non sembrano convinti di poter primeggiare, non almeno in gigante, non almeno in questa prima gara. «Un piazzamento fra i primi dieci sarebbe positivo» ammette sereno il veterano Manfred Moelgg, domani in pista per la sua trecentesima gara di Coppa del Mondo. Paris, consapevole del fatto che tutti lo indicano fra i candidati alla successione al ruolo di numero 1 lasciato vacante da Hirscher, non si nasconde: «Faccio gigante perché i test sono stati positivi, perché mi diverte e mi permette di fare qualcosa di diverso. Obiettivo? Partire nella seconda manche». Al podio, alla vittoria, penserà più avanti.

TV: gigante donne ore 10 e 13, diretta Rai Sport HD ed Eurosport

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