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Super Bowl, il fenomeno per soli privilegiati che sposta l'orizzonte

Allo stadio meno posti normali e più salottini centri di potere. È un'altra edizione da primato

Super Bowl, il fenomeno per soli privilegiati che sposta l'orizzonte

È il Super Bowl dei record, quello numero 53 che si gioca domenica ad Atlanta tra New England Patriots e Los Angeles Rams. Dove l'avete già sentita? Semplice: lo scorso anno, e l'anno prima, e l'anno prima ancora. Perché la finale del campionato Nfl vive e sopravvive grazie ad una crescita continua, ad un allargamento costante, ad uno spostamento incessante degli orizzonti.

Che non sono necessariamente quelli legati al pubblico presente al Mercedes-Benz Stadium, inaugurato nell'agosto del 2017: 75.000 persone, più di dodici mesi fa ma meno di ben 28 altre edizioni del Super Bowl. Perché da qualche anno si costruiscono stadi con capienza massima di 75- 80.000 ma più belli, più efficienti nei consumi e nella gestione e soprattutto sacrificando i posti normali per i posti nei salottini privati. Che sono 190, stavolta, e rappresentano altrettanti centri di potere, rappresentanza, sfoggio da parte di chi se li sarà potuti concedere. In alcuni casi, i soliti noti, in quanto tifosi degli altri soliti noti arrivati in finale, i Patriots: per loro undicesimo Super Bowl della storia ma soprattutto nono dal 2002, nono per l'accoppiata Tom Brady-Bill Belichick, quarterback e allenatore, che già hanno questo record e puntano ovviamente a quello più importante, quello delle vittorie. New England ha vinto cinque degli otto che ha giocato in questi 16 anni, e battendo domenica i Rams raggiungerebbe Pittsburgh a quota sei. Popolarissimi nel Nordest statunitense e odiatissimi altrove, capaci di dividere l'opinione pubblica anche nel resto del mondo e in Italia per via di lontane, incerte ombre su un paio di successi, i Pats hanno creato una continuità di successo che non si era mai vista nella Nfl degli ultimi 50 anni, contrassegnata da equilibrio e alternanza ai vertici, e nonostante tutto stavolta sono riusciti a raccontarsi, e a raccontare, di essere entrati ai playoff senza essere favoriti, per via di alcune partite di troppo perse in regular season contro squadre mediocri.

I Los Angeles Rams sono invece una variante bizzarra: alla loro quarta finale, hanno perso quella del 1980 contro Pittsburgh e quella del 2002 contro New England, vincendo quella del 2000 proprio ad Atlanta. Ma negli ultimi due casi si chiamavano i St.Louis Rams, dopo il trasferimento avvenuto nel 1995 e terminato esattamente 20 anni dopo. Tornati in California, hanno fatto un po' fatica a ricrearsi un seguito costante e fisso, e anche per questo c'è una bella differenza con l'orda assatanata che segue i Patriots e che però comincia ad accusare economicamente il peso di viaggio e biglietto per questi Super Bowl, con un minimo di 2000 dollari di esborso a testa quando proprio va bene.

Per la partita, l'unica cosa che conta: certo, la Nfl strizzando l'occhio ai non appassionati ha dato sempre più importanza ad eventi come il concerto dell'intervallo, quest'anno condizionato dal fatto che molti artisti afroamericani si sono rifiutati di esibirsi, in appoggio alle proteste per i diritti civili, ma la partita e quello che la circonda rappresentano, per una sera, il centro del mondo, in tutti i sensi.

Sono infatti 180 nazioni che la vedranno in diretta, tra cui l'Italia, con Dazn e Rai2, e circa 5800 i giornalisti che la racconteranno, una piccola città incaricata, con le sue storie, di creare sempre più clamore e spostare sempre più in là quegli orizzonti.

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