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Il tennis ha le rughe: è scritto sull'erba

I semifinalisti di Wimbledon hanno 134 anni in 4. E Serena è la finalista più «anziana»

Il tennis ha le rughe: è scritto sull'erba

Il più giovane ha 31 anni, poi c'è Roger Federer con in mezzo Nadal e Djokovic. Insomma, all'Università del tennis il più giovane è l'intruso, Roberto Bautista Agut, che si gioca un posto in finale contro Novak e contro quelli che manco lo considerano. Ma tant'è: il tennis è sempre più uno sport per vecchi. E lui fa quasi la parte del figurante.

Il punto di non ritorno è stato il 2 novembre 2015, quando la classifica mondiale ha sancito che i primi 10 fossero tutti over 30. Ed è per questo che poi si sono inventati la Next Gen, ma poi Wimbledon emette sentenze definitive. Altri tempi, insomma, quando si diventava grande vincendo uno Slam sotto i 20 anni, e le cause possono essere diverse. Innanzitutto che non c'è mai stata un'era con i primi tre così forti. Poi la preparazione atletica moderna permette carriere più lunghe. E infine, come ha spiegato lo stesso Federer, il sistema di ranking attuale: «Io sono nato in un'era nella quale, se battevi un Top 10, ti davano dei punti di bonus. Adesso non è più così: arrivare in alto è più difficile». E guardando la classifica, dal primo (Djokovic) al quarto (Thiem) passano quasi 8000 punti. Novak a questo punto potrebbe smarrirne non più di un migliaio.

E quindi: ecco oggi le semifinali di Wimbledon (dalle 14 su Sky Sport), 134 anni in quattro (conteggio secondo solo al Roland Garros del 1968) con i soliti tre in scena. Per non parlare della finale donne di domani: la Halep (27 anni) sembra una teenager nei confronti dei 37 di Serena, che ieri ha superato la la 33enne Strycova ed è diventata la più anziana finalista di sempre. E poi ecco la partita dell'anno, che arriva 11 anni dopo la partita del secolo. I protagonisti? Sempre gli stessi: Federer e Nadal. Che da allora - quando Rafa vinse il titolo con l'epico 9-7 al quinto set - sull'erba non si sono mai più incontrati. È cambiato il mondo, sono cambiate le generazioni. Non è cambiato il vertice del tennis.

A domanda Nadal risponde che il problema non è suo: «Novak, Roger ed io dobbiamo pensare alle nostre carriere e a fare il nostro meglio. Non dobbiamo né possiamo essere da esempio a nessuno: sono i giovani che devono trovare la chiave per arrivare in alto». Cavatevela da soli, dunque. Ma Zverev, Thiem e Tsitsipas, considerati i migliori del lotto, sono usciti al primo turno.

Così alla fine oggi tutti attendono il quarantesimo «Fedal», con Djokovic in agguato. Come ha detto scherzando ma non troppo Matteo Berrettini, dopo la stesa da Federer, «prima o poi dovranno pure ritirarsi...». Ma la soluzione è disperata, a meno che Bautista Agut non sorprenda tutti e si trovi domenica con il trofeo di Wimbledon in mano, invece di essere - come previsto - al suo addio al celibato a Ibiza. Visto da questo punto, lui è ancora un giovanotto in fondo.

Semifinali donne: Halep b Svitolina 6-1, 6-3; S.

Williams-Strycova 6-1, 6-2.

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