Sport

Tiger non c'è: Augusta cerca l'erede

Sold out, nonostante l'assenza per infortunio di Tiger Woods (operato alla schiena, tornerà, forse, nella seconda parte della stagione): i biglietti sono andati a ruba come sempre. Il numero uno del mondo non mancava al Masters dal 1994, in quell'anno Matthew Fitzpatrick, il più giovane partecipante del 2014, non era neppure nato. Espn, la rete televisiva che trasmetterà il Masters, trema però all'idea che senza il grande favorito delle folle l'audience avrà un calo devastante. Se aggiungiamo che neppure Phil Mickelson è al massimo della forma (si teme un forfait come la scorsa settimana al Texas Open per un problema muscolare), allora le preoccupazioni della Espn sono più che giustificate. Stesso ragionamento fatto da Rory McIlroy: «Senza Tiger manca una figura dominante nel nostro mondo: l'assenza di un catalizzatore come lui può danneggiarci. E all'orizzonte non se ne vedono altri così. Però spero di riempire io quel vuoto“.
Manca il grande nome, manca il grande favorito: si punta comunque su Adam Scott perché l'anno scorso ha vinto qui il suo primo major della carriera (al playoff contro Angel Cabrera), perché ci ha preso gusto e soprattutto perché lo hanno visto di ottimo umore fin dal suo arrivo ad Augusta. Domenica ha fatto un giro di prova assieme al suo padre Phil, è parso rilassato, forse perché non gioca più con l'angoscia di conquistare un torneo importante: si tifa per lui anche pensando ad un successo back to back, ovvero per due anni di seguito, impresa riuscita finora solo a Jack Nicklaus (1965-1966), Nick Faldo (1989-1990) e ovviamente Tiger Woods (2001-2002).
Jason Day, suo connazionale, è un altro pretendente alla giacca verde e fra l'altro l'anno scorso finì terzo: aveva due colpi di vantaggio con tre buche ancora da giocare ma sbagliò clamorosamente e con un bogey alla 16 e alla 17 disse addio ai sogni di gloria. Non è in perfette condizioni, da giorni si allena con iniezioni di cortisone, ma rimane un giocatore solido che può arrivare fino in fondo, in più è letteralmente innamorato dal campo di Augusta. Occhio anche a Henrik Stenson, numero tre al mondo in questo momento: giocatore di esperienza e talento, è pronto per l'assalto ai major e al posto lasciato vacante da Tiger.
Ci saranno 24 nuovi partecipanti, alcuni dei quali dei veri campioni in erba, soprattutto i giovanissimi Patrick Reed (già due vittorie quest'anno per il 23enne di San Antonio, all'Humana Challenge e al Cadillac Championship) e Jordan Spieth. Quest'ultimo, 20enne di Dallas eletto Rookie of The Year nel 2013, si è guadagnato il diritto di giocare il Masters vincendo l'anno scorso il John Deere. Arrivato sul campo di Augusta chiedeva a tutti dov'è il driving range, dove si trova il putting green e il tee della buca uno, sembrava insomma un bambino a Disneyland. Ma nonostante l'età ha già dimostrato di avere un gioco solido, non a caso ora è 13imo nel ranking, non a caso si è piazzato nove volte nei primi dieci nella stagione passata, in più ha già partecipato alla President Cup. Alcuni lo danno come la possibile grande sorpresa del torneo: nella storia del Masters solo Fuzzy Zoeller ha vinto all'esordio, nel 1979. E poi appunto c'è il 19enne Matthew Fitzpatrick, inglesino di Sheffield, figlio di un banchiere: l'anno scorso è arrivato 44imo all'Open Championship e qualche mese dopo ha vinto l'US Amateur, primo inglese a riuscirci dal 1911. E dunque alla fine ci sarà da divertirsi.

Anche senza Tiger.

Commenti