Giro d'Italia

Torino incorona Vincenzo Nibali Il siciliano conquista il Giro d’Italia

Trionfo rosa per il siciliano, passerella finale con abbraccio speciale al gregario Michele Scarponi. Tempi neutralizzati nel circuito finale, la volata vinta da Nizzolo che però viene declassato dalla giuria. Successo di Arndt

Torino incorona Vincenzo Nibali Il siciliano conquista il Giro d’Italia

E festa sia. Più smodata e senza freni perché inimmaginabile fino a 72 ore fa. Solo qualche chilometro in linea d’aria dal traguardo di corso Moncalieri, era a Pinerolo, la sede di partenza della 19 a tappa. Musi lunghi e atmosfera pesante in casa Astana, prima dell’impresa straordinaria di Risoul, bissata ieri a Sant’Anna di Vinadio. Gioia incontenibile, pacche sulle spalle, sorrisi larghi così. C’è la piccola Emma, riccioli biondi e vestitino a fiori, due codini ovviamente fermati con il nastro rosa, messa subito dopo l’arrivo sulla Specialized S-Works di papà tutta rosa per l’occasione. Che salirà anche sul podio finale per festeggiare.

A Torino, per l’ultima tappa, non si rischia niente. Acqua dal cielo e strade viscide. Cadute a go-go e tempi neutralizzati appena dentro il circuito cittadino. La volata va a Nizzolo, in maglia rossa. Ma il milanese non può esultare per la sua prima vittoria al Giro. La giuria lo declassa per aver stretto Modolo alle transenne. Esulta il tedesco Arndt, davanti a Trentin e Modolo. Lo Squalo taglia il traguardo abbracciando Michele Scarponi, fedele compagno di camera per tutte le tre settimane, riserva di buonumore e ottimismo anche nei giorni che tutti vedevano nerissimi e, soprattutto, arma tattica fondamentale in salita. Tutta l’esperienza del marchigiano, 37 anni a settembre, un Giro vinto a tavolino per la squalifica di Contador. Le primavere trascorrono, inesorabili, ma l’Aquila di Filottrano è sempre uno dei migliori in salita. Il campione d’Italia, alla fine del secondo Giro del suo carniere, lo abbraccia con lo sguardo. E poi racconta. Compassato e trattenuto, non è squassato dal pianto come a Risoul, né travolto dalla gioia infantile come a Sant’Anna di Vinadio: «È stata un’emozione bellissima oggi lungo tutto il percorso, non ci sono parole - dice ai microfoni -. Finalmente mi ha raggiunto la famiglia, ieri sera, oggi ci sarà tempo di abbracciarli tutti».

Senza esagerare troppo, Vincenzo, come gli raccomanderanno Paolo Slongo, Beppe Martinelli, il super boss Astana Alexandre Vinokourov. Per la compagnia dei celestini la maglia rosa deve correre anche il Tour de France. C’è il delfino-rivale Fabio Aru da scortare fino a Parigi. Con una condizione da mettere a punto in vista della prova su strada alle Olimpiadi di Rio. Certo Aru in inverno ha sbagliato la preparazione e in primavera ha sofferto. E se sarà il caso, Nibali, dopo il colpo da leggenda al Giro, è pronto a un’altra pagina di storia. La doppietta rosa-gialla, ultimo a riuscirci il suo idolo Marco Pantani nel 1998. Sembra fantascienza, ma l’orgoglio dello Squalo è sconfinato, lo abbiamo imparato strada facendo. E pure questo Giro 72 ore fa pareva chiuso.

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