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Moratti: "Non torno presidente altrimenti prenderei Ronaldo"

«Ho sentito Thohir. Io non voglio dar problemi e lui non pensa a vendere... E se rientrassi non sarebbe per avere mezzi giocatori, ma un Fenomeno». Ma il pressing smuove Erik

Moratti: "Non torno presidente altrimenti prenderei Ronaldo"

«Massimo, ma cosa hai detto?». Risata adolescenziale di entrambi. «Tranquilla Milly, io non ho proprio detto niente, cose di giornali».

La telefonata della signora all'ex presidente dell'Inter magari è andata avanti ancora un po', ma ci si può immaginare la sorpresa quando, in una uggiosa mattinata londinese, si è trovata davanti le prime pagine dei quotidiani italiani. Fin dal primo giorno di Massimo Moratti alla presidenza, la signora è sempre rimasta impressionata dalle cifre, tanti soldi, troppi. E con il presidente che smentisce tutto, cordate e azionariato, che aggiunge «non esiste nessun presupposto per tornare, mi fa piacere l'affetto dei tifosi, ho sentito anche Thohir e a me non passa per la testa di creare problemi a qualcuno e a lui non passa per la mente di vendere...» e però commenta «se tornassi non sarebbe certo per prendere mezzi giocatori… ma Ronaldo», è comunque chiaro che c'è poco da stare tranquilli.

Ma soprattutto tranquillo è Erick Thohir, uno che vive nella comunicazione e non si lascia certo impressionare dalla stampa, della quale peraltro, assicura, ha il massimo rispetto, e che ha incassato la promessa di Moratti («Sono qui per stare al suo fianco, non per prendere il suo posto») e sta brigando per accelerare i tempi. Vuole un'Inter competitiva al più presto, Ausilio ha ricevuto ampio margine di manovra, l'Inter si sta muovendo pesantemente sul mercato sotto le indicazioni di Mancini e con molta attenzione alle casse, ad oggi il debito societario è stimato in 273 milioni di euro. I giornali indonesiani, in gran parte controllati dalla famiglia, parlano apertamente delle nuove strategie e dei 60mln che Erick Thohir girerà nelle casse nerazzurre, venti dei quali destinati al mercato. Il Tycoon indonesiano non ci sente e promette di portare l'Inter fra i top club, aumenta il suo impegno, è convinto di una riscossa anche tecnica già in questa stagione. Deve solo fare i conti con Massimo Moratti che senza mettersi di traverso indirizza gli umori della piazza più di lui. Thohir non ci sente, l'Inter è sua, ma ha recepito il messaggio, il 19 è a Milano per il derby e poi si fermerà qualche giorno, gara con la Roma compresa, probabile che incontrando Moratti gli chieda una maggior presenza attorno alla squadra, magari con un incarico più diretto, ma sempre un passo dietro.

Così come per Javier Zanetti, attuale vicepresidente, uno che ha fatto la storia, sempre più presente ad Appiano, unico interista inserito nella top 11 ideale di Josè Mourinho, per lui potrebbe profilarsi un ruolo alla Boniperti, un ulteriore omaggio al di là dei meriti, alla nostalgia di Moratti. Ieri l'ex capitano ha parlato del futuro: «Ho letto che Moratti vorrebbe riprendersi l'Inter e mi sono stupito perché lui è già dentro l'Inter e lo sarà sempre. Ma qui tutti noi vogliamo fare un grande club, non ha importanza quale lingua parliamo, non è un ostacolo e non è vero che Thohir sia lontano, lui non è assente, ci sentiamo spesso e stiamo lavorando assieme per questo progetto, i nostri tifosi sono il bene più importante che abbiamo e non vogliamo deluderli».

Frasi distensive che calmano le acque ma una precisazione è d'obbligo: l'entourage che circonda l'ex presidente non appare così sprovveduto e se c'è stata attenzione per ogni possibile soluzione alternativa, è stata unicamente dovuta e, aggiungono, per il bene dell'Inter.

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