Sport

Torna uno Schumacher in sella al Cavallino Mick vicino alla Ferrari

Manca solo la firma. Maranello: «Interesse mai nascosto». Ma la Mercedes è in agguato

Torna uno Schumacher in sella al Cavallino Mick vicino alla Ferrari

Il dio dei motori toglie e dà. Il dio dei motori che ha crudelmente e tragicamente privato i tifosi della gioia di vivere fino in fondo il più vincente pilota di sempre, sta cercando un modo romantico per farsi perdonare: ridare loro quel cognome per cui tifare. Di più: rimetterlo al volante di quell'altro cognome che, vincente o perdente che sia, sa di fede e credo motoristico. La Ferrari.

Giovane pilota e vecchio team sono ai dettagli. Mick Schumacher, 19 anni, figlio dello sfortunato sette volte campione del mondo che dal dicembre 2013 vive bloccato su una sedia rotelle in stato semivegetativo, è vicino a firmare il contratto che lo legherà come tester alla Ferrari Driver Academy. Significa che nel corso della stagione al via in Australia il prossimo 17 di marzo, dopo 13 anni, uno Schumacher potrebbe scendere in pista su una Rossa. Accadrebbe nei test in-season, le prove che i team effettuano al termine di un paio di week end di Gran premio: dopo la gara in Bahrein, il 31 marzo, e quella di Barcellona, il 12 maggio.

A rivelare la trattativa in essere è stato il sito specializzato motorsport.com. Dopo la vittoria del campionato europeo di Formula 3, lo scorso ottobre in Germania, a corteggiare a parole il figlio d'arte, come se la sfida in pista fra i due costruttori fosse diventata dialettica sul futuro del ragazzo, c'era anche la Mercedes di Toto Wolff. Tanto più che come la Ferrari aveva rappresentato l'apice della vita sportiva di Schumi così la Casa tedesca ne aveva accompagnato gli esordi e la fine. Fattosta, benché Mick abbia spesso sottolineato la sua preferenza verso la Rossa, benché abbia corso e vinto in questi anni (Formula 4 e Formula 3 di cui è campione in carica) con la Prema Racing, team veneto vicinissimo alla Ferrari di cui sarà pilota anche quest'anno in F2, e benché, infine, la trattativa con Maranello sia giunta ai dettagli («mai nascosto l'interesse per lui» ripetevano ancora ieri), la vera verità è che manca ancora la firma. Ovvero: l'entourage del tedeschino sta soppesando tutto, compresa l'ultima, articolata, offerta Mercedes.

Al di là dell'innegabile fascino che l'associazione Schumacher-Ferrari suscita negli appassionati, la Rossa ha un problema contingente che con Mick troverebbe facile soluzione: rimettere in ordine la filiera di talenti dopo la promozione di Charles Leclerc accanto a Sebastian Vettel nel team F1. Lo spostamento del talento monegasco cresciuto alla Ferrari Driver Academy dalla Sauber alla Rossa, talento che, proprio come Schumi junior aveva corso con la Prema, ha fatto sì che Antonio Giovinazzi ne abbia preso il posto nella squadra svizzera, lasciando vacante quello di tester del Cavallino. Non solo. A Maranello, maturato Leclerc, c'è bisogno di investire nuovamente sui giovani di grande talento. Da qui il pressing su Schumi junior.

Ragazzo splendido, il secondogenito di Michael e Corinna Schumacher. Cresciuto lontanissimo dalla F1, mai portato dai genitori a un Gp, e però sempre avvolto dal «profumo» dei motori; prima scorrazzando sulla pista di kart costruita nel parco di casa da papà e poi viaggiando con Michael su e giù per l'Europa in cerca di piste di kart dove correre in incognito. Ragazzo dagli innati modi gentili, certamente non ereditati da Michael, da cui però ha imparato il metodo di lavoro. «Era veloce ma sbagliava troppo, ha imparato a concentrarsi e non sbaglia più» a rivelato Sabine Kehm, manager del papà e ora al suo fianco. Un ragazzo, Mick, che per colpa del dio dei motori è stato costretto a crescere in fretta una fottuta mattina di fine dicembre di cinque anni fa. Era con lui che Michael stava sciando quando una roccia nascosta sotto la neve fresca ha azzannato gli sci del campione, bloccandolo e lanciandolo contro la pietra e una non vita. Un ragazzo maturato alla svelta e che da quando l'estate scorsa ha conquistato la sua prima vittoria in F3, proprio a Spa dove Michael aveva debuttato in F1 e poi vinto il primo Gp nel '92, non ha più smesso di trionfare. Per il gusto del successo. Per il bisogno di rincasare, sedersi accanto a papà che fissa il vuoto e potergli raccontare, raccontare, raccontare..

.

Commenti