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Toro con vista Champions. È sfida fra maledetti toscani

Allegri 6.0: «Ok al sesto anno ma prima parlo con Agnelli» Mazzarri: «Entrare nella grande Europa? Stavolta si può»

Toro con vista Champions. È sfida fra maledetti toscani

Un derby della Mole che toglie il sonno. L'ottava meraviglia della Juventus, il Toro che sogna ad occhi aperti la Champions. Una sfida che guarda tutte le altre stracittadine dall'alto perché Juventus e Torino «staccano» le accoppiate milanesi, romane e genovesi per punti fatti. Merito, ovviamente, della Signora campione d'Italia, ma anche di un Toro andato oltre i propri limiti. Non è un derby come gli altri. Perché stavolta i bianconeri hanno poco o nulla da chiedere con lo scudetto già in tasca, i granata hanno un sogno da realizzare di nome Europa, con vista Champions. Massimiliano Allegri è proiettato al futuro, Walter Mazzarri ha un presente tutto da vivere. Due toscani di mare, cresciuti in un fazzoletto di terra tra Livorno e San Vincenzo.

Max alla vigilia è in versione Vasco Rossi nel tormentone sulla sua panchina: «Tutti gli anni è la stessa storia e poi è cinque anni che sono qui». Eh, già. Peccato che ad alimentare le voci abbia «giocato» anche lui. L'Allegri 6.0 va per la sua strada: «Le motivazioni al sesto anno? Nel momento in cui ho deciso di continuare vuol dire che le ho». Anche se poi rimanda tutto all'incontro con Andrea Agnelli: «Dovremo incontrarci per pianificare il futuro con lucidità per capire quelle che saranno le idee del presidente, che è la cosa più importante». Che salti il tavolo è difficile, ma non è un caso che Allegri rimetta sempre al centro di ogni discorso il numero uno del club bianconero. Con Agnelli il feeling è solido, con gli altri dirigenti non sempre lo è stato. L'inizio della prossima settimana può essere il momento buono, anche perché la quota di Guardiola come successore si è abbassata, mentre Antonio Conte aspetta.

Intanto ci sono quattro partite da giocare. A partire dal derby. Allegri, al centro delle polemiche per un autografo negato a un bambino allo Stadium prima dell'inizio di Juve-Fiorentina, prova a dargli un senso: «Messi ha raggiunto Cristiano a 600 gol, quindi lui vorrà provare a staccarlo subito. E poi vuole vincere la classifica cannonieri». E comunque il tecnico bianconero riconosce i meriti granata, che non sono solo la miglior difesa del girone di ritorno: «In diciassette partite hanno perso una sola volta, speriamo arrivi la seconda». Mazzarri non fa fatica a mettersi all'altezza della Signora: «Vogliamo giocarcela alla pari. Firmare per un punto? No, io punto sempre al massimo. Potremmo fare qualcosa di straordinario». Anche se quattro risposte dopo, il discorso cambia: «Siamo convinti di essere una squadra che sta diventando veramente forte. Quando ci sono due forze di fronte, poi magari si annullano, esce un pareggio. Per gli spettatori sarebbe meglio ci fossero dei gol, ma questo non lo posso controllare...». Un messaggio ai naviganti anche se l'occasione è unica. Come vincere all'Allianz Stadium, cosa mai riuscita al Torino e nemmeno al suo allenatore. Espugnare la casa della Signora, riempirebbe di mille significati anche l'anniversario dei settant'anni di Superga. Mazzarri dice: «È fondamentale che non si sia giocato il 4 maggio».

Questione di punti di vista. Invece non ce ne sono davanti all'occasione di salire domani a Superga al quarto posto, cioè in Champions: «Possiamo sognare... prima non potevamo permetterci nemmeno un sonnellino».

Nessun dorma, derby d'altri tempi, da Torino capitale d'Italia.

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