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Troppe reti su angoli e punizioni. Allegri tradito dal turnover

TorinoMohamed Salah l'ha combinata grossa. Due gol alla Juventus tritatutto, due gol che hanno aperto squarci sulla solidità della macchina bianconera, uscita indenne lunedì sera dall'Olimpico romano più per l'inettitudine altrui che non grazie ai propri meriti attuali: questo almeno è il verdetto che pare uscire dalla notte dello Stadium che ha riportato sulla terra la creatura di Allegri. La quale, visti i nove punti di margine sui giallorossi, rimane più che favorita per lo scudetto ma che avrà bisogno di un mezzo miracolo per continuare a inseguire la decima Coppa Italia e che certo non potrà commettere certi errori contro il Borussia Dortmund pena l'eliminazione dalla Champions.

Juve malata, quindi? Chissà. Juve però certamente non al top. Con una difesa che aveva già fatto arrabbiare Allegri («prendiamo sempre gol», aveva bofonchiato pochi giorni fa) e che contro la Fiorentina è parsa allo sbando al di là dei due splendidi gol dell'egiziano: da un mese a questa parte la Signora subisce almeno un gol in ogni occasione in cui scende in campo.

Dal 7 febbraio, giorno di Juve-Milan 3-1, sono otto le reti prese in sei partite: nelle prime sedici giornate di campionato, erano state solo sette e non serve commento alcuno. Se poi ci si mette anche un po' di sfortuna e di pressapochismo, la frittata diventa enorme: contro il Borussia Chiellini ha regalato - scivolando, senza che alcun compagno potesse aiutarlo - il pallone del pareggio a Reus, mentre Salah si è bevuto sessanta metri di campo per il suo primo gol vedendosi quindi omaggiato (da Marchisio) il pallone della vittoria. Tradotto: con altra attenzione e cattiveria, quei tre gol avrebbero potuto essere evitati. Così come a ben vedere si sarebbero dovuti non incassare tre dei sei gol precedenti, tutti arrivati su angoli o punizioni. Problema di concentrazione e aggressività? In alcuni casi è successo. Così come, nello specifico di giovedì, stupisce che una squadra del livello della Juve possa essere disposta male al punto da permettere a un avversario di farsi tutto il campo senza trovare degna opposizione: era già successo nel derby contro il Toro, merito di Bruno Peres, e in quell'occasione ci aveva pensato poi Pirlo a rimediare con una magia all'ultimo secondo. Il problema è che nei match di Coppa le disattenzioni si pagano carissime, basti ricordare anche come il Napoli abbia rimesso prima in piedi e poi vinto la Supercoppa di Doha: contro squadre di prima fascia, insomma, il castigo giunge immediato e i rimedi sono inesistenti.

Adesso la curiosità sta nel vedere come reagirà la squadra, lunedì sera in casa contro il Sassuolo: rientreranno tutti i big o quasi e anche qui forse lo stesso Allegri ha qualche colpa, avendo schierato contro la Fiorentina sette giocatori diversi rispetto a quelli visti contro la Roma, nonostante alla vigilia il tecnico bianconero avesse spiegato che avrebbero giocato «i migliori, semmai il turnover lo farò contro il Sassuolo». Non è andata proprio così.

E il campo ha emesso il proprio verdetto.

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