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Troppi squilibri e goleade Modello über alles per evitare altri Benevento

Mentre da noi si dibatte sul numero di squadre, la Germania rimasta a 18 vince i mondiali e...

Troppi squilibri e goleade Modello über alles per evitare altri Benevento

Le facce desolate dei giocatori del Benevento, seppelliti di gol dalla Roma dopo aver subito identico trattamento tre giorni prima dal Napoli, si rispecchiano in quella del povero telespettatore che sempre più spesso si addormenta a metà primo tempo di partite simili ad allenamenti, assistendo alle quali viene da invocare la sospensione per manifesta inferiorità come nel baseball.

Al momento quella di Baroni è la peggior squadra dei cinque principali campionati europei, ma sarebbe ingeneroso puntare l'indice contro quella che è solo la punta di un iceberg. Che la forbice tra prime e ultime della classe si stia allargando a dismisura ce ne eravamo accorti già nella scorsa stagione, quando le retrocesse misero insieme la miseria di 76 punti e quelle che andarono sul podio 264. Una differenza di 188, un record che a distanza di pochi mesi è già in pericolo: alla quinta giornata del 2016-17 il gap era di 25 punti, adesso è già di 40. E a proposito di primati figli del divario tecnico, ce n'è un altro che è stato battuto: quello delle vittorie in trasferta, che finora sono state 20 in 49 partite.

Per il telespettatore di cui sopra, che nel weekend fa sempre più zapping andando a caccia di emozioni negli altri campionati, è tutt'altro che consolatorio verificare che altrove non stanno messi molto meglio: la Premier resta il campionato più equilibrato con un differenziale di 29 punti tra le prime tre e le ultime tre, in Bundesliga e Ligue 1 (dove peraltro sono già al sesto turno) è di 31, nella Liga 36. E non è che guardando la Champions ci si diverta molto di più, almeno nella prima fase: secondo il Cies, l'osservatorio svizzero sul pallone che ha analizzato il numero di gol di scarto in tutte le partite delle competizioni europee, solo la lega cipriota sono più squilibrate...

Forti troppo forti contro deboli troppo deboli, questo è il nuovo problema di un calcio che ha progressivamente aumentato il numero delle partite per riempire ogni buco del calendario. Un problema che il Finacial Fair Play dell'Uefa puntava a risolvere e che invece non riesce minimamente a intaccare. In attesa di trovare una soluzione finanziaria (il presidente Ceferin sta studiando una tassa sul lusso più una riduzione delle rose e dei prestiti) tutti dicono che intanto bisognerebbe diminuire il numero delle squadre. Lo dice il presidente Tavecchio, che non perde occasione per ripetere che l'obiettivo è tornare a una serie A a 18, e ieri anche Michele Uva, nuovo vicepresidente Uefa, ha assicurato che «non stiamo con le mani in mano, dovremo ridisegnare i campionati professionistici e probabilmente la prima serie dei dilettanti». Ma sono riforme impopolari e tra il dire e il fare ci sono maggioranze difficili da trovare.

Dei cinque grandi campionati solo la Bundesliga ha avuto la lungimiranza di restare sempre a 18, ma che i tedeschi sappiano guardare in prospettiva non è una novità.

Sono anche gli unici a vietare le proprietà straniere, sono quelli che nella ripartizione dei diritti tv cercano di essere più democratici, insomma provano a difendere l'equilibrio del sistema e nel frattempo vincono mondiali e hanno gli stadi pieni. Quanti altri Benevento-Roma dovremo sorbirci prima che anche da noi si inizi a fare qualcosa?

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