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Un'altra grana per l'atletica: Jamel Chatbi escluso da Rio

Sergio Arcobelli

Un altro stop nell'atletica. Non si tratta questa volta dei russi, bensì di un italiano. Il nome nuovo è quello di Jamel Chatbi, che è stato escluso dai Giochi Olimpici di Rio per aver saltato tre controlli antidoping nell'ultimo anno. Ai recenti Europei di Amsterdam, il 32enne di origine marocchina aveva concluso la prova dei 3.000 siepi al quinto posto, a meno di due secondi dal bronzo. Per l'azzurro, che rischia la radiazione, si tratta della seconda sospensione dopo quella maturata con il Marocco nel 2009, ai Mondiali di Berlino, per essere stato trovato positivo prima di una finale e per il quale venne squalificato tre anni.

Si riduce di un'unità dunque la spedizione italiana, comunque salita a 308 atleti (164 uomini e 144 donne) in seguito all'esclusione dei russi nel canottaggio e il ripescaggio di due armi, l'otto maschile e il doppio pesi leggeri femminile. Non solo Chatbi, l'atletica è invischiata anche nella vicenda di Alex Schwazer, che aspetta di conoscere l'esito del ricorso sulla sua squalifica.

Fra i casi che verranno discussi dai due nuovi uffici aperti a Rio de Janeiro dal Tas, il Tribunale arbitrale per lo sport, ci sarà appunto quello del marciatore altoatesino. Per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici due uffici prenderanno delle decisioni riguardo a questioni di doping secondo le regole del Comitato olimpico internazionale. Ma nella sessione del 4 agosto «ci sarà una bella coda spiega il presidente del Coni Malagò -, perché oltre alla decisione su Schwazer tutti i russi chiamati fuori all'ultimo secondo dalla competizione olimpica presenteranno ricorso.

Ci sarà da avere pazienza».

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