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Union, la squadra anti regime alla prima volta in Bundesliga

Era il club di Berlino degli oppositori nella Germania Est I tifosi avevano un coro su tutti: «Il muro deve essere tolto...»

Union, la squadra anti regime alla prima volta in Bundesliga

Storia e tradizione. Finalmente ai massimi livelli. Domenica prossima l'Union Berlino esordirà in Bundesliga. Mai i berlinesi erano arrivati nella prima divisione tedesca. Eppure il club si è sempre distinto. Fin dagli anni subito successivi alla Seconda Guerra Mondiale: era di fatto la società che andava contro il regime, essendo rivale della Dinamo Berlino, la squadra della Stasi. Sugli spalti i tifosi non la mandavano di certo a dire: ad ogni calcio di punizione a proprio favore, i sostenitori dell'Union intonavano un coro con un significato preciso. La parola «Mauer» in tedesco significa infatti sia «muro» che «barriera». Ecco allora che dai settori contenenti i tifosi dell'Union si sentiva regolarmente il coro «Die Mauer muss weg», cioè «il muro/barriera deve esser tolta».

Anche per questi motivi l'Union era diventato a tutti gli effetti un club che faceva tendenza, un club di moda, che il regime della DDR non ha però mai particolarmente amato. Su un vecchio giornale della DDR venne scritta una frase, tanto ironica quanto esemplificativa: «Non tutti i tifosi dell'Union sono nemici di stato. Ma tutti i nemici di stato sono dell'Union». Dopo la caduta del Muro però la squadra berlinese in Bundesliga non ci è comunque mai arrivata.

Due, negli ultimi anni, i risultati maggiori raggiunti dal club di Berlino: oltre alla promozione conquistata al termine della scorsa stagione, nel 2001 l'Union, all'epoca in Regionalliga (la prima serie non professionistica), raggiunse la finale della Coppa di Germania. Perse con lo Schalke (2-0), ma si qualificò alla Coppa Uefa. L'Union si è inoltre sempre distinto in quanto a solidarietà: nel 2015 si scoprì che Benjamin Köhler, all'epoca 34enne, aveva il cancro. Il suo contratto scadeva al termine della stagione. L'Union lo prolungò per un altro anno per trasmettergli forza. Significativo anche quanto accaduto il 17 dicembre del 2003: l'Union aveva perso l'ultima partita prima della sosta invernale (in Germania dura un mese) e Torsten Eisenbeiser, capo della tifoseria, organizzò una festa natalizia per salutare gli amici col sorriso sulle labbra e non a testa bassa.

Il primo anno si ritrovarono in 89, scavalcando il cancello dello stadio ed invadendo il terreno di gioco in piena notte. L'idea piacque al club che decise di invitare, dall'anno successivo, tutta la tifoseria. Dal 2004, quindi, ogni 23 dicembre notte, 27.500 persone si riuniscono all'interno dello stadio per scambiarsi gli auguri.

Nonostante la passione però i tifosi boicotteranno l'esordio in Bundesliga col Lipsia. Per i primi 15 minuti di gioco la curva non canterà. Scelta confermata nonostante i dubbi palesati da Rafal Gikiewicz, portiere dell'Union: «Dobbiamo far capire agli avversari che questo è un campo caldo. Devono credere di essere all'inferno». La decisione vale come protesta contro la Red Bull (che controlla il Lipsia) che, secondo i tifosi, sfrutta il calcio solo per fare merchandising e sponsorizzare il proprio prodotto. «Non siamo d'accordo con l'idea di calcio che c'è a Lipsia e vogliamo dimostrarlo». Perché oltre alla storia l'Union rappresenta tradizione e passione. E nell'idea dei tifosi è quindi in pieno contrasto col Lipsia.

Al punto da boicottare i primi 15, storici, minuti in Bundesliga.

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