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Handa-Ibra-Ciro, belli di sabato. Adl e Antonio vanno in tilt

Handa-Ibra-Ciro, belli di sabato. Adl e Antonio vanno in tilt

H andanovic, Ibrahimovic, Immobile, tre uomini segnano il sabato strano e bellissimo. Il portiere ha tolto dalla porta il rigore di Muriel che avrebbe dato all'Atalanta la vittoria, anche meritata, perché dopo un primo tempo superbo, nel ritmo ma non nelle soluzioni tattiche (la solita palla a Lukaku e assist per Lautaro) si è persa consentendo la crescita dell'Atalanta superiore nella condizione fisica e nella qualità del gioco, imprevedibile in ogni zona del campo. Il coribante che si agita sulla panchina interista non ha capito nulla di quello che stava accadendo, Gasperini, di contro, ha individuato la stanchezza interista. Sul rigore fischiato e su quello non assegnato non insisto, ormai il gioco del Var è roba degli arbitri e non del football. Vengo a Ibrahimovic, sveglia il Milan mentre il Napoli ci ricasca e si fa di nuovo male, come contro l'Inter. Passeggia sull'isola di Gigi Riva la squadra rossonera, il viagra di Zlatan Ibrahimovic sembra aver trasformato la testa e le gambe del Milan, il Cagliari busca la quarta sconfitta consecutiva abbandonando i facili sogni di gloria che l'avevano portata oltre ogni limite decente. Pioli torna a respirare, ha eliminato il problema Suso e ha avuto risposte positive. Ma è il Napoli il caso del momento, alla smorfia farebbe 17, il numero della disgrazia, e di maglia di Immobile, perché il gruppo di Gattuso una ne fa e cento ne combina, dopo le tre papere contro l'Inter, cambiando il portiere il prodotto non è mutato, Ospina ha pensato di essere Maradona dribblando Immobile che lo ha fatto fesso e Di Lorenzo, lo stesso che era slittato davanti a Lukaku, ha sparato in porta il pallone, come farebbe un brocco qualsiasi. Povero Napoli, pure generoso e jellato nel secondo tempo, un palo, le parate di Strakosha ma non serve a nulla quando il destino ti stende a pernacchie e non c'è soluzione, non c'è cambio di allenatore, non ci sono multe, ritiri. Neppure San Gennaro potrebbe aiutare De Laurentiis a venire fuori da questo film horror. Sta di fatto che la Lazio ribadisce il momento magico, il record di 10 vittorie consecutive, vince a volte in modo strambo ma contano i punti anche quando il gioco non è eccelso, quando l'avversario ti fa correre senza capirci nulla.

Ma il possesso palla altrui è una storiella che non serve a niente, i segnali di fumo bianco accompagnano la squadra di Inzaghi che supera il record della formazione di Eriksson.

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