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Vince l'umanità di Mihajlovic la tecnologia perde ancora

Vince l'umanità di Mihajlovic  la tecnologia perde ancora

In questo mondo di like, tweet #hashtag, Var, mettiamoci il cuore di Sinisha Mihajlovic e respiriamo a pieni polmoni. L'uomo vince ancora, la dannata tecnologia non ce la farà mai a metterci al muro. Provate a togliere dalle mani di un bambinello, dai 5 ai 60 anni, il cellulare, e annessi aggeggi, ne uscirà un putiferio dopo aver accettato insopportabili minuti/ore di mutismo. Provate a mostrargli un uomo che vuol vincere una battaglia, corpo a corpo con un avversario più forte, anche andando sul campo con i suoi giocatori, smagrito nel fisico ma terribilmente muscoloso nelle corde dei sentimenti: il bambinello di cui sopra magari non capirà a quale meraviglioso spettacolo sta assistendo. Ma la vita gli ha fatto un regalo a sua insaputa. La prima giornata forse non ci ha regalato gran calcio (sorry Sarri, Giampaolo ecc) ma una colorita e colorata sintesi della vita. Vedi il belga Mertens che frega tutti con un capitombolo fasullo e conquista il montepremi partita dicendoti: nella vita vince il più furbo. Vedi gli uomini italiani del Var che sbagliano le valutazioni (e saranno puniti) ma tutti se la prendono con l'internazionale Var, meccanismo senza anima, solo ricco di fredde valutazioni: figlio della tecnologia che rovina il pathos e ricaccia in gola l'urlo di gioia, che ti rianima dopo un gol annullato in fuorigioco, ma ti impedisce di farla franca se il rigore c'è. Non c'è difesa contro la Var, ma non c'è offesa che possa metterla in soggezione psicologica. Tecnologia bella invenzione, ma quando non esisteva vivevamo ugualmente e , pazienza, se il rigore c'era o non c'era: tanto era sempre colpa degli arbitri. Come adesso. Infine vedi il cittadino del mondo Mihajlovic in piedi davanti alla panchina, che ha voluto fare un regalo a se stesso, alla squadra, al pubblico e a tutto l'universo del pallone: ingigantito da quel fisico prosciugato dalla chemioterapia. E pensi che non esiste tecnologia senza il cuore, non esiste calcio senza un Mihajlovic: il cuore ha vinto.

Non sappiamo come sarà il campionato, sappiamo invece di cosa abbiamo ancora bisogno.

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