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Viviani, volata beffa Cura la ruota di Gaviria ma spunta Ackermann

La prima tappa per sprinter va al tedesco Elia: «Non ho il mio treno, devo arrangiarmi»

Viviani, volata beffa Cura la ruota di Gaviria ma spunta Ackermann

Fucecchio «Il Giro dItalia ha uno strano potere, quello di trasformare in domenica ogni giorno della settimana». Così scriveva Indro Montanelli, un gigante del giornalismo, probabilmente il più grande di tutti e per distacco, ma in questo caso il Giro non ha il potere di trasformare una sconfitta in vittoria.

Elia Viviani, tricolore in carica, perde per un niente lo sprint con l'omologo tedesco Pascal Ackermann, il quale ha il grande merito di anticipare l'azione, e partire deciso quando al traguardo mancano più di 200 metri. Esce come una palla di cannone, con una violenta quanto efficace accelerazione e per i sui rivali c'è poco da fare.

Quando Viviani si ravvede del campione teutonico, ormai la frittata è fatta. Intento a curare la ruota del colombiano Fernando Gaviria, porge il fianco ad Ackermann. Una marcatura a uomo, che costa cara al veronese, che però la prende con folosofia. «Non è una novità che quest'anno al Giro non posso disporre del mio treno al completo, quindi cerchiamo tutti assieme di fare necessità virtù ha spiegato l'oro di Rio -. Nella volata ho battezzato la ruota di Gaviria, pensavo che Fernando stesse meglio (ha chiuso 4°, ndr), ma quando ho visto sfrecciare veloce Pascal (Ackermann, ndr) ho cercato di medicare la situazione, ma ormai era tardi».

La seconda tappa del Giro d'Italia (da Bologna a Fucecchio, 205 km) finisce quindi a Pascal Ackermann, che s'impone allo sprint in 4h 44'43 (media 43,3 km orari). Alle sue spalle Viviani, Ewan, Gaviria e Dèmare. Buon sesto posto per il nostro Cimolai e nono Sbaragli.

«Ho aspettato gli ultimi 250 metri e ho visto che nessuno lanciava lo sprint, ci ho provato - ha detto raggiante Ackermann, alla prima vittoria al Giro, 36° successo di tappa per un corridore tedesco alla corsa Rosa -. Sono felice di aver ottenuto una vittoria così importante, la più importante della mia carriera, ma spero anche di non fermarmi qui. Domani (oggi per chi legge, ndr), nella Vinci-Orbetello, ho la possibilità di riprovarci e farò in modo di farmi trovare pronto all'appuntamento».

Partenza sotto la pioggia e solita fuga di giornata. Al secondo chilometro vanno via in 8: Bidard, Frapporti, Maestri, Owsian, Bennett, Ciccone, Cima, Clarke. La fuga arriva ad accumulare un vantaggio di 4'20: Giulio Ciccone fa incetta di punti per la maglia del gran premio della montagna. In maglia rosa resta lo sloveno Primoz Roglic. Alle sue spalle sempre il britannico Simon Yates e il nostro Vincenzo Nibali, che ieri è stato abbracciato dalla gente di Toscana. Lui appena 14enne, si trasferì dalla Sicilia a Mastromarco (Pistoia), dove ha appreso il mestiere del ciclismo grazie alla famiglia Franceschi, che in pratica per il campione siciliano è la sua seconda famiglia. «Qui ho lasciato parte del mio cuore ha spiegato lo Squalo, che ieri si è anche speso in favore della campagna stop alla guerra sui bambini di Save the Children -. Qui ho tantissime persone che mi vogliono bene, e non vedo l'ora di tornarci».

Scriveva Montanelli: «Noi abbiamo dimenticato che esistono nel calendario i lunedì, i martedì, i mercoledì eccetera Il Giro non ha orario».

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