Calcio

Il volo di fratel Leao. Vendicator cortese degli ululati razzisti di Theo e di Olivier

Il portoghese spacca la partita con una fuga di 60 metri alla Garrincha conclusa con l'assist a Giroud. Fuori dall'hotel aveva sorriso agli insulti

Il volo di fratel Leao. Vendicator cortese degli ululati razzisti di Theo e di Olivier

Non succede nulla fratello. Leao era entrato in campo prima di cominciare. Contro i leoni da social, feroci e maledetti con Theo Hernandez ed il suo figliolo. Rafael aveva dipinto, a modo suo, una frase per dar forza al compagno. E nemmeno gli aveva tolto il sorriso quel gruppo fuori dell'albergo, prima di partire per lo stadio che fu di Maradona. Son partiti i soliti ululati intrisi di idea razzista e lui si è girato ed ha rifilato un sorriso. Sorriso da killer? Probabile, perché poi in campo è successo qualcosa. E stavolta ci ha pensato lui. Come dire: Fratelli, ora vi faccio vedere io. Per chi ama il calcio, quel volo a regalar palla a Giroud è stato un quadro d'autore intriso di Garrincha memory, condito della determinazione di un CR7 ma della levità artistico-calcistica di un brasiliano prestigiatore.

Chissà mai cosa avranno pensato quelli di un Milan che fu, gente che saltava avversari come birilli accompagnandosi alla linea di fascia: Shevchenko e Donadoni, Savicevic e Chiarugi, eppoi la velocità di Serginho, la dolcezza del tocco di Roby Baggio. Tutto questo per un coast to coast prima di lasciar palla al tiro di Giroud. Quasi a ripetere all'infallibile francese dei rigori che, dopo 13 anni, ne ha sbagliato uno: Non è successo nulla, fratello. Ed anche quel rigore era farina del sacco calcistico del portoghese che si è fatto metter giù da Mario Rui.

Eppure Leao ha messo circa una decina di minuti per dire: fratelli, ci sono. Una apparizione furtiva, un passaggio da Raffaello mummificato a lanciare un contropiede del Napoli. No, fratello, così non va, deve avergli sussurrato la coscienza calcistica sua. Ed allora finalmente fratel Leao ha liberato il piacere di giocare, non più vincoli mentali ma quel galleggiare a mezz'aria fra un terrestre pallonaro ed un angelo calcistico che vola sulla nuvola. Il rapporto con la Champions finora non è stato ricco di gol: uno quest'anno contro la Dinamo, un altro nella passata stagione contro l'Atletico.

Invece, ieri sera, nel giro di 20 minuti ha scartato cioccolatini per tutti: come avesse segnato due reti. A Napoli aveva già lasciato il segno a inizio aprile. Stavolta cercava il colpo da far sorridere perfino Maradona: un gol di rabona, dalla bandierina, provato in allenamento. Poi sorella luna ha suggerito che gli bastava essere fratello Sole.

E la serata del Milan si è illuminata.

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