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Vucinic è l'uomo d'oro di questa Signora goleada

Tutto facile per la Juventus (5-0), illuminata dal montenegrino. Fiorentina mai in partita e in dieci dal 20' del primo tempo. Cerci rifila un calcio nel sedere a De Ceglie: espulso. Pirlo dedica il gol a Muamba

Vucinic è l'uomo d'oro di questa Signora goleada

Ibra chiama, Vucinic risponde. Firenze brucia di rabbia e di delu­sione. Contestazione per tutti, so­prattutto per i Della Valle. Alla fac­cia del famoso fair play viola. Ma qui non conta la Juve, meglio guardare in casa propria. Juve devastante e calcisticamente insolente. Cinque reti per rispondere al Milan, ritrova­re la vittoria dopo quei pareggi da esaurimento di nervi e di occasioni. Juve ancora immacolata nella sua striscia di imbattibilità. Finalmente Signora goleada a dispetto delle cri­tiche sulla sua scarsa attitudine al gol. Ci si è messo Vucinic, montene­grino ad effetto psichedelico. Quan­do­ si accende sono meraviglie e fuo­chi d’artificio. Ieri era serata da pallo­ni d’oro: ne ha regalati in gran quan­tità. Assist,gol e palo di tutto un po’. Bello da vedere, divertimento da go­dere. Ora la Juve starà più tranquil­la, Conte non potrà lamentarsi di Bergonzi che ha pescato anche quel fesso di Cerci da cacciare negli spo­gliatoi dopo 20 minuti. Ma ieri sera era Juve a tutto gas e Fiorentina da ri­piegare e mandare in soffitta. Tutto risolto in un quarto d’ora, ma forse nemmeno. La partita ha preso la piega della festa fin dai pri­mi minuti: Vucinic ispirato, risve­gliatoeconsetaneipiedi. Ilrestodel­la squadra ha capito e si è affidata al­la sua ispirazione. In tribuna tanta gente con le parrucche, ma la goliar­dia fiorentina ( allusione ai capelli di Conte per chi non sapesse...) è dura­ta poca.

Sono stati subito pane duro e pensieri bui. D’accordo,alla squa­dra di Rossi mancava gente impor­tante, a cominciare da Jovetic e Behrami. Però la squadra ha dato troppo presto sensazione di carne morbida. La Juve è stata subito atti­va, determinata, probabilmente ilri­sultato del Milan è servito a mettere pepe.

Vucinic ha ripreso il discorso in­terrotto nell’ultima partita, dimo­strando di stare bene sia nel fisico, sia nella testa: dopo 6 minuti palla sul palo, ma giocata da cerimoniere dellospettacolo. E Matri, sulrimbal­zo, si è mangiato un gol che lo mette­rà alla berlina per qualche tempo. Niente di male, perché dopo un quarto d’ora Vucinic ci ha riprovato sfruttando un ricamo palla a terra degli juventini a miglior tasso di clas­se: Vidal, Pirlo, Marchisio e, appun­to, il tenebroso del Montenegro che ha infilato palla con precisione da ra­dar nei piedi. Mentalmente partita chiusa qui.

Dopo 13 minuti la confer­ma, quando Vucinic ha continuato nella parte del mattatore, architet­tando un balletto sulla mattonella fra gli avversari, con giocata che ha permesso a Vidal di calciare un mis­­sile sul portiere: prima respinta, poi conclusione definitiva del cileno. Partita racchiusa in mezzora, so­lo 15 minuti per tirare due colpi da ko, 20 minuti perché la Fiorentina si sentisse ancora peggio. Una stupi­data di Cerci ed è rimasta in dieci: manatina di De Ceglie, quello reagi­sce con un calcetto nel sedere, più stizzoso che pericoloso. Ma nel cal­cio vien definita reazione e quindi rosso in faccia e rosso sulla faccia del giocatore che meriterebbe una bella multa. Ed, allora, cavando qualcosa dal nulla, alla ricerca della partita che non c’è, dominata dalla disinvoltu­ra juventina e dalla sbandata conti­nuata della Fiorentina, sono com­parsi i gol.

Quello di Marchisio (col­po di testa su assist di Vucinic), il raf­finato sinistro di Pirlo che ha dato ro­tondità alla goleada dedicata, pro­prio da Pirlo, a Muamba quel ragaz­zo congolese finito nel dramma in Inghilterra. Infine il colpo conclusi­vodiPadoinchesiètoltolosfiziodel­la prima rete bianconera. E Buffon ci ha messo la mano giusta per man­dare sul palo un tiro di Lazzari e prendersi un po’di protagonismo. Serata da sogni. Ma ora in alto la guardia:c’èJuve-Milan.

Magaricop­petta, ma tutta un’altra storia.

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