Per dare lidea della prolificità di Giorgio Scerbanenco (1911-69) uno dei narratori più incredibili che il nostro 900 abbia conosciuto, bastano due dettagli. Il primo: la sua voce, su Wikipedia, alla fine della bibliografia, riporta questa nota: «Data la vastità dellopera, questa sezione va considerata un lavoro in fieri». Il secondo: Luca Crovi e la figlia dello scrittore, Cecilia, stanno lavorando per Garzanti a una biografia da ben dieci anni perché continuano a spuntare inediti, romanzi perduti, racconti dimenticati, o nuovi pseudonimi dai quali dipendono libri sconosciuti...
Ora un altro tassello al puzzle bio-bibliografico lo aggiunge lo studioso Andrea Paganini che ha ritrovato gli articoli che lo scrittore italo-ucraino firmò (con lo pseudonimo Giorgio Giulivi) fra febbraio e giugno 45 sulla Voce della Rezia durante lesilio in Svizzera, dove riparò dopo l8 settembre 43 con molti altri intellettuali, incluso Montanelli. Usciti a cadenza settimanale, gli articoli compongono un saggio - Patria mia che ora esce per la prima volta in volume da Aragno - che lo stesso autore definisce «semipolitico»: uninedita analisi della psicologia popolare italiana di fronte al fascismo e alla guerra. Come rileva Paganini, Scerbanenco, che fino ad allora aveva tenuto una posizione «a-politica», affronta per la prima volta di petto il tema del fascismo, raccontando che cosa fosse veramente il Regime, e come fossero gli italiani sotto il Regime: riflette sullirragionevolezza della guerra, mette alla berlina la messinscena del fascismo, ironizza sulla retorica del Ventennio, sottolineando (forse con un eccesso di semplificazione) il divario profondo tra il sentimento popolare italiano da una parte e la classe dirigente fascista dallaltra. Un «distacco» forse più vagheggiato che reale... Ma si sa con quale facilità dopo il 25 luglio, figuriamoci dopo l8 settembre, un intero Paese per ventanni fieramente mussoliniano divenne allimprovviso ferocemente anti-fascista...
Però nel volume curato da Paganini, oltre al saggio perduto Patria mia si trova unaltra perla: un articolo scritto da Scerbanenco, allora collaboratore del fascistizzato Corriere della sera, pochi giorni prima dell8 settembre, mai pubblicato e rimasto fino a oggi negli archivi di via Solferino. Un pezzo intitolato Lingua morta e animato da uninsolita - per lautore - vis polemica contro il Regime (infatti fu censurato).
Spunta lo Scerbanenco antifascista
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