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Sri Lanka: ecco l'isola dove si spende poco e ci si sorprende molto

Guerra e tsunami sono il passato. Adesso sfilano antiche rovine, grandi Buddha e piccoli elefanti, tra foreste e lunghe spiagge

Camilla Golzi Saporiti

È più di una vacanza. È un viaggio completo. Che abbraccia natura, storia e relax. Che incontra città caotiche e villaggi sperduti, rovine antiche e siti archeologici, fitte foreste e spiagge deserte. Tanti spicchi e tantissimi paesaggi disegnano lo Sri Lanka, un Paese poco conosciuto dal grande turismo: forse per la lunga guerra civile tra tamil (induisti) e singalesi (buddhisti), che dal 1983 al 2009 l'ha devastata, forse per lo tsunami del 2004, fatto sta che la «Lacrima dell'India», così viene detta quest'isola a forma di goccia che sorge poco a sud dell'India, non rientra nei circuiti più battuti. Spingersi laggiù diventa ancor più una sorpresa. Perché si scopre una terra oggi serena, oltre che una meta sorprendente in ogni momento dell'anno. Non c'è un periodo migliore per andarci, perché nell'antica Ceylon regna sempre l'estate e il clima segue i monsoni: quando soffiano a nord-est (dicembre-marzo), il sud-ovest è «asciutto» e soleggiato, quando spirano a sud-ovest (maggio-settembre), il sereno si sposta a oriente. In base al periodo in cui si sceglie di partire, si decide quale parte privilegiare. In ogni caso, il volo atterra a Negombo, appiccicata alla capitale Colombo: né l'una né l'altra meritano la visita. Meglio non perdere tempo e dirigersi verso sud.

La meraviglia della costa meridionale conquista già dai primi chilometri. Lungo il tragitto si consiglia di spostarsi con driver locali: si prenotano anche dall'Italia, si trovano senza difficoltà e accompagnano a prezzi low cost di tappa in tappa pare di assistere a una sfilata etnica multicolore. Il verde pennella le palme e le foreste che costeggiano la strada, dipingendo un affresco tropicale sorprendente. Punte di rosso e arancio colorano i fiori extra-large che saltano fuori ovunque, ma anche i vestiti delle persone. Tocchi di azzurro tingono il cielo e il mare, note di giallo sfumano la sabbia.

Lo scorcio si intensifica a Galle, elegante cittadina con bastione coloniale (il Fort, patrimonio Unesco) affacciato sull'Oceano. Un giro per vie e boutique accattivanti, un pasto di pesce da Elita (75 Hospital Street) e, via, verso Koggala. Per vedere gli Stilt Fishermen di Steve Mc Curry in carne e ossa, per assistere allo spettacolo di pescatori arrampicati su pali di legno che lanciano canne e ami in mare, un po' per tradizione, un po' per farsi immortale. Foto di rito e il viaggio riprende alla volta di Mirissa e Tangalla, due baie dove fare snorkeling e il bagno, se si è fortunati, con tartarughe e delfini.

Dal mare al safari il passo è breve: il Parco Nazionale di Yala, con elefanti e (se non fanno i timidi) leopardi aspetta a un centinaio di chilometri. Da qui, si svolta all'interno, inoltrandosi in un paesaggio che cambia radicalmente. Il mare si allontana e le pianure diventano colli e altopiani coperti da piantagioni di tè. La cittadina di riferimento è Ella, piccolo centro dove la vita costa niente e la cucina locale dà il meglio di sé: rotti (rotolini ripieni di carne e verdura), riso e curry, il piatto nazionale onnipresente, pollo o pesce «devilled», sinonimo di ultra-piccante, curd (incrocio tra panna e yogurt servito con kitul, una specie di miele), spremute di frutta tropicale e, ovviamente, tè di ogni varietà sono da provare.

In treno in mezzo al verde o in macchina si raggiunge la capitale culturale Kandy, con il suo Tempio del Sacro Dente e i Giardini Botanici. Da Kandy comincia la parte di viaggio sulle orme del passato di Ceylon. Uno dietro l'altro, sfilano i siti archeologici di Sigiriya, monolite rossastro che, con i suoi 370 metri d'altezza, ritaglia un panorama che compensa la salita su scalette appese per aria, Dambulla, Polonnaruwa e Anuradhapura, trionfo di statue buddhiste, templi diroccati e dagobe, tutti protetti dall'Unesco, e tutti custodi della storia culturale religiosa del Paese. A questo punto, è tempo di tornare al mare. La scelta non manca.

Se le spiagge sulla costa est, come Pasikuda, Nilaveli e Pottuvil, sono sconfinate, quelle a nord sono le più scenografiche, in primis quelle di Mannar, 35 km di sabbia collegati da una superstrada e attaccati all'India dal Ponte di Adamo, una catena di secche calcaree che sfiorano il livello del mare. E se le acque non sono abbastanza terse, le Maldive sono vicine

Info per visto, prenotazioni, tour e guide: Sri Lanka Tourism, www.srilanka.

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