la stanza di Mario CerviGli «analfabeti informatici» sono ostaggi delle password

Tra i problemi che quotidianamente dobbiamo affrontare uno sta diventando di sempre più difficile risoluzione: la memorizzazione di un numero crescente di codici segreti e password. Nemmeno Giulio Cesare, cui fu attribuito un omonimo cifrario, o gli autori del libro biblico di Geremia, che cifrando la parola Babele furono i pionieri della crittografia, potrebbero sopravvivere nella giungla moderna di chiavi d'accesso e parole d'ordine. In media ogni cittadino ne utilizza 15 con punte che arrivano a 50. L'accesso a telefoni, computer, bancomat, posta elettronica e siti vari è impossibile altrimenti. Proliferano i siti che aiutano a ricordare i codici, come quello dello Stato Maggiore della Difesa, che suggerisce di usare combinazioni composte da numeri e lettere, minuscole e maiuscole. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è, visto che la maggioranza usa la propria data di nascita o il nome del cane.
Monfalcone (Gorizia)

Bravo Mauro Luglio che con la sua lettera dà voce alle innumerevoli vittime di crescenti complicazioni informatiche. Riconosco che, per motivi anagrafici o per svogliatezza, io sono in materia a un livello di semi-analfabetismo. «Semi» perché ho imparato a usare il computer - lo uso come una macchina per scrivere - e riconosco volentieri che il mio lavoro ne è stato fortemente agevolato. Il che mi dà una certa superiorità nei confronti di Vittorio Feltri che al computer non è ancora arrivato. Ma per il resto io, essendoci bene o male arrivato, non sono nemmeno all'abc. Piano piano siamo tutti diventati prigionieri d'un sistema che forse è stato ideato per semplificare, ma che richiede da un comune mortale capacità da ingegnere elettronico. Se appena uno può permetterselo, è consigliabile che assuma un segretario cui affidare le incombenze procedurali e burocratiche dalle quali è lastricata la nostra esistenza quotidiana. In mancanza del segretario ci si arrangia, magari chiedendo consigli. Così che i codici segreti diventano codici noti, in compenso la selva di password mantiene, quando ce ne sarebbe tanto bisogno, i suoi misteri. Forse i ragazzi si trovano a loro agio in questa selva di parole chiave, al riguardo «nascono imparati».

Ma noi delle specie in estinzione dobbiamo subire e soffrire.

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