la stanza di Mario CerviI magistrati «in campo» scelgano: o la politica o il tribunale

Giudico devastante per il sistema politico di questo Paese l'inciviltà dell'avviso di garanzia come strumento di condanna inappellabile per chi lo riceve e per l'uso strumentale che di esso si fa attraverso i media. Non meno devastante giudico l'ingresso dei magistrati in politica, mentre condanno la classe politica italiana che si lascia condizionare, nel redigere le leggi, dalle Procure, e il comportamento tremebondo del Parlamento, che rinuncia alle sue prerogative e alla sua dignità nel rifiutarsi di promuovere la legge concernente la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, unico modo per risolvere il problema della terzietà del giudice, come avviene nei Paesi più civili ed evoluti.
Ps: A quando la pubblicazione di un mio scritto? Quando sarò morto?
La Spezia

Caro Bertei, come vede la sua lettera viene pubblicata prima che si verifichi l'evento luttuoso da lei adombrato. Non sempre tuttavia ci è possibile eguale sollecitudine. I lettori che chiedono risposta sono tanti e lo spazio è tiranno. Passo alla sostanza. L'avviso di garanzia è un'ennesima dimostrazione di come le innovazioni teoricamente sagge e sicuramente benintenzionate diventino, nei viluppi dell'azzeccagarbuglismo italiano, motivo di disagio e di protesta. Con l'avviso di garanzia si voleva consentire a chiunque fosse indagato di venire a conoscenza delle accuse e di potersene difendere. Invece, come lei sottolinea, all'avviso di garanzia è stata data, soprattutto nelle vicende processuali celebri e a sfondo politico, la valenza d'una condanna definitiva. È meglio abolire l'avviso di garanzia? Forse no. Bisognerebbe invece abolirne la strumentalizzazione. Sono d'accordo con lei nel ritenere indispensabile la separazione delle carriere in magistratura, senza tuttavia farmi illusioni. La separazione sarebbe ottima, ma dubito che risolverebbe il peggior male della giustizia italiana: la lentezza. Quanto all'ingresso dei magistrati in politica, non si può impedirlo, appartiene ai diritti dei cittadini. Ma si può almeno stabilire che sia irrevocabile: o la politica o la magistratura, una volta per tutte. In Parlamento la lobby dei magistrati ha molto potere, lo ha anche la folta lobby degli avvocati. Non ho mai visto, o almeno non ho notato, che l'azione congiunta di questi addetti ai lavori abbia generato leggi che alla legge servissero davvero.

Sono servite soprattutto a chi le aveva sponsorizzate.

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