la stanza di Mario CerviIl gioco facile e gratuito di... scucire addosso i panni ai vip

La mise in tv del nostro presidente della Repubblica alla cerimonia di cavalierato, era: vestito nero con cravatta viola. Allegria. Mancava solo un fazzoletto dorato nel taschino. Alla faccia del bicarbonato di sodio, come diceva un suo (grande) compaesano: Antonio De Curtis. E, come faceva un altro suo (meno grande) predecessore - pure compaesano -, tocchiamoci il corno d'ordinanza (rosso).
e-mail

Caro Castelli, le critiche rivolte dai cittadini ai personaggi ufficiali si estendono all'abbigliamento, e trovo sia giusto. La notorietà, l'esposizione assidua ai riflettori delle ribalte protocollari e della tv, comportano molti vantaggi, ma anche qualche inconveniente. Lei ha da ridire sulla mise - tanto seria da apparirle lugubre - di Napolitano. Concordo sulla propensione del presidente - di tutti i presidenti direi, anche quelli d'un Rotary se non d'una bocciofila - per i colori oscuri e per una linea sartoriale «classica». Le volte in cui sono stato al Quirinale non vi ho notato il prevalere d'un abbigliamento spensierato, la mancanza di jeans è totale. Lo vorremmo, il capo dello Stato, più sbarazzino? È possibile che molti la pensino così. Ma a Roberto Formigoni, presidente anche lui, seppure a un inferiore livello gerarchico, è stato rimproverato l'opposto, ossia una propensione accentuata, e forse sconsiderata, per giacche e camicie vivaci, a voler usare un eufemismo. Le malelingue hanno addirittura evocato il costume di scena d'alcune celebri «spalle» di comici famosi. Non sono mancati i rimbrotti nemmeno per il giovanilismo - attestato da camicie aperte sul collo - di Silvio Berlusconi. Difficile capire cosa possa piacere a tutti, anche se Matteo Renzi si prodiga per mettere in risalto, scamiciato e scarmigliato, non il suo giovanilismo ma - l'età glielo consente, beato lui! - la sua giovinezza.

L'importante, secondo me, è che ogni vip si vesta come vuole, ma non si travesta fingendo d'essere ciò che non è.

Commenti