PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviLa scelta se concedere o no una scorta è sempre difficile

Sto seguendo attraverso la stampa l'inchiesta che è in corso per l'attentato delle Brigate rosse in cui Marco Biagi, 12 anni fa, perse la vita. Sulla base delle esperienze Moro, Falcone e Borsellino siamo proprio sicuri che se avesse disposto di una scorta Biagi ne sarebbe uscito vivo? O forse semplicemente gli uomini della scorta sarebbero caduti assieme a lui a causa di un agguato ben congegnato?
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Caro Pignatelli, è secondo me impossibile rispondere ragionevolmente a quesiti basati su dei se. Non sappiamo, e non potremo mai sapere, se con una scorta Marco Biagi sarebbe stato salvato. Personaggi protetti da apparati di sicurezza imponenti sono stati messi a morte, insieme alle scorte che avrebbero dovuto tutelarli. Personalmente sono del parere che quando i terroristi preparano con cura l'agguato, proteggere le vittime scelte sia molto difficile. Con questo non voglio affatto dire che le scorte sono inutili. Sono credo utilissime per la prevenzione. Di nessuna utilità quando è il momento dell'azione. Devo aggiungere a questo punto che le ipotesi dell'omicidio per omissione addebitabile a Claudio Scajola per non aver subito assegnato una scorta a Biagi mi sembra una stupidaggine. Penso il peggio di Scajola. Ma quando una decisione è discrezionale, affidata al giudizio d'un politico o d'un tecnico, non si può trasformare in grave reato una decisione sbagliata (salvo che, nel caso specifico, Scajola volesse di Biagi l'uccisione). Si tratta d'un errore tremendo, o di incapacità, o di negligenza, o di inadeguatezza rispetto ai propri compiti.

Ma l'omicidio è altra cosa.

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