PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviPapa Francesco a volte è banale. Ma sempre mediatico

Tutti i telegiornali e giornali radio hanno aperto con quanto detto da Papa Francesco in occasione della sua visita ad un carcere: «mai più violenze sui bambini!». E giù tutti ad osannare e ad applaudire il Papa per tale affermazione. Mi ricordo quanto detto dallo stesso Papa poco dopo il suo insediamento, rivolgendosi ai fedeli radunati in Piazza S. Pietro:«ricordatevi che Dio vi ama!». Ed, anche allora, tutti ad applaudire e a esultare e, anche allora, titoli in prima pagina. Sicuramente mi sbaglierò, ma, a mio parere, si tratta di affermazioni talmente ovvie e banali che non giustificano tutto l'entusiasmo e l'enfasi che provocano. Inorridisco fin d'ora al pensiero di quanto potrà accadere quando il Papa esclamerà: «Basta con i furti di bestiame e con le rapine alle tabaccherie!». Staremo presto a vedere.
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Caro Cagnoni, sono d'accordo con lei nel giudicare enfatico e retorico l'entusiasmo con cui vengono accolte e commentate affermazioni papali del tutto condivisibili ma ovvie. Se il Papa condanna la criminalità organizzata o la violenza sui bambini o il femminicidio non c'è nulla da ridire. Ha ragione lui, e hanno ragione i molti milioni di italiani onesti che la pensano allo stesso modo. Ma c'è proprio da spellarsi le mani nell'applaudire, c'è motivo di profonde riflessioni di profondi pensatori? A voler essere irrispettosi si potrebbe dire che quelle pronunciate dal Papa sono il più delle volte banalità virtuose ma scontate. Allora, si chiede lei, perché tanto clamore d'approvazioni? Intendiamoci, le parole papali hanno sempre avuto una grande eco nazionale e internazionale. Ma queste di Francesco hanno una eco maggiore, suscitano un'ammirazione che, se guardata con distacco, appare spropositata. È che nelle sue banalità Papa Francesco mette l'accento della sua personalità. Quella miscela di misticismo, di sapienza, di bonomia, di colloquialità quotidiana che, a cominciare dal «buona sera» d'esordio, ha affascinato cattolici e non cattolici. Chi ha in sospetto un Papa che è un grande comunicatore -anche Woytila lo era- può considerare superficiale e profano l'approccio di Francesco alla fede, quasi una discesa dall'empireo delle massime verità al predicare rozzo d'un parroco di campagna.

Ma Francesco piace molto anche alla smaliziata gente di città.

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