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la stanza di Mario CerviRenzi faccia buon uso della provvidenziale paura di Grillo

I commentatori dei media danno per strepitoso e inspiegabile il successo di Renzi. Invece è tutto semplice. Il 25% degli elettori di Forza Italia che non hanno confermato il loro voto, ma lo hanno dato al Pd, non si sono ravveduti sulla via di Damasco e Renzi non è il nuovo Messia. È successo che questi signori, spaventati a morte da cosa avrebbe potuto succedere con la vittoria del pazzo scatenato, e non ritenendo che Forza Italia avrebbe avuto i numeri per fermarlo a causa di tutte le secessioni subite, hanno preferito turarsi il naso e dare un'opportunità a Renzi. Tanto, non è così importante chi va a Bruxelles e alle prossime elezioni politiche si potrà ricalibrare il voto. Non si illuda quindi Renzi, perché quei voti li ha ricevuti solo in prestito momentaneo. A dire la verità lui sembra ne sia consapevole. È strano che rifiutino di accorgersene tutti quelli che lo circondano e lo blandiscono.
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Caro Romano, la sua tesi ha un valido fondamento. Mi pare eccessivo, per l'ampiezza della vittoria, definire «in prestito» i voti ottenuti da Matteo Renzi alle europee. Sono anch'io del parere che il timore d'un successo - e d'un governo - del tonitruante e minacciante Grillo abbia accresciuto, non so quanto, ma di sicuro in misura cospicua, il bottino elettorale di Renzi. È capitato altre volte e in occasioni storicamente molto più importanti che il possibile avvento d'una forza politica ritenuta pericolosa abbia fortemente favorito chi in prima linea a quella forza si opponeva. Nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946 i monarchici ebbero dieci milioni di voti che in massima parte non derivavano da autentica fede monarchica, ma dal terrore d'una vittoria socialcomunista. Quando si vide che la maggioranza dei voti repubblicani era andata alla rassicurante Dc di Alcide De Gasperi, i consensi alla monarchia evaporarono. Erano appunto consensi in prestito.

Se come lei sostiene e come io in parte ammetto, il trionfo è stato il prodotto occasionale d'un insieme di circostanze, se Renzi è un fortunato o un miracolato, io mi auguro che, avendo ricevuto quel dono dalla Provvidenza - nome d'arte di Beppe Grillo - ne faccia adesso il miglior uso.

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