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Stasera Milan-Juventus Tra scongiuri e bugie...

Conte: "Senza Ibra ci sono meno punti di riferimento per loro... Ma anche per noi". E Allegri pizzica la Vecchia Signora: "Nervosa? Avrà perso l'abitudine"

Stasera Milan-Juventus Tra scongiuri e bugie...

Torino Da quando fa l'allenatore, Antonio Conte dice di dormire poco. Rivelando poi che «dalle sei alle nove mi vengono le idee migliori e faccio scelte importanti». Se stamattina si sarà svegliato con il piede giusto e avrà modellato la sua Juventus nel migliore dei modi, lo si scoprirà in serata. Quando la sua creatura guarderà in faccia il Diavolo mostrando tutto il proprio orgoglio: «È la partita più attesa dell'anno, sarebbe stupido avere cali di tensione solo perché loro non avranno Ibrahimovic e Boateng. Riteniamo il Milan la squadra più forte del campionato, ma è bello è che attraverso un grande lavoro siamo riusciti a fare rivivere ai nostri tifosi una vigilia come si deve. Sarà così anche prima del match di ritorno della semifinale di Coppa Italia: la Juve non era più abituata a vivere momenti come questi ed è quello che ci deve dare forza ed entusiasmo per continuare su questa strada».
Teso e concentrato, il tecnico del Salento. Poca voglia di sorridere, anche. Consapevole di giocarsi tanto. Non tutto, ma tanto sì, visto quanto è ghiotta l'occasione di sfidare - con un punto in meno in classifica ma una partita in più da giocare - un Milan privo di due dei suoi fuoriclasse. «Non sentiamo l'obbligo di vincere, semplicemente perché noi proviamo a farlo sempre. Ibra o non Ibra, Milan o no, per noi non cambia nulla». È il tentativo di normalizzare una partita che normale non è, trattandosi appunto di match dell'anno: «Tatticamente, fino a ieri avevamo preparato il match pensando che dall'altro lato ci fossero Ibra e Robinho. Senza lo svedese, ci saranno meno punti di riferimento sia per noi che per loro. Il Milan però non è solo Ibra, lo ha già dimostrato vincendo a Udine e non solo». Più in là di così non si va, non volendo spingersi a dire che è meglio non trovarsi di fronte lo svedese attaccabrighe: «I numeri dicono che anche senza di lui il Milan va alla grande, ma la sua grandezza è tale che ha sempre spostato gli equilibri, vincendo ovunque. Alle 23, comunque, vi dirò se è stato meglio o peggio che lui non ci fosse». «Hanno talmente tanti campioni che cambierà poco - spiega Chiellini -. Penso anzi che i suoi compagni vorranno dimostrare ancor più il loro valore: sarà ancora più pericoloso».
Per quel che vale, ci sono anche due precedenti che portano Conte a fare gli scongiuri sotto il tavolo: nel 2005, vestendo il bianconero, Ibra non giocò, ma la Juve si impose a San Siro e si prese il tricolore (poi cancellato da calciopoli). L'anno scorso, poi, Gulliver non partecipò al derby che, vinto dai suoi compagni, in pratica consegnò il titolo al Milan. «Questi sono i fatti - è il commento di Conte - ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi e al futuro. Arriviamo a giocarci alla pari una sfida come questa: sei mesi fa sarebbe stato un sogno, adesso è realtà. Dopo questa, comunque, mancheranno un'altra dozzina di partite». Importante ma non decisiva, allora: «Loro sono tra i più forti d'Europa e, rispetto a quando vincemmo a Milano nel 2005, mancano troppi incontri alla fine per pensare che domani sia tutto deciso - aggiunge Chiellini -. Sarà comunque una partita da tripla».
Di polemiche nessuno ha più voglia, la parola passa al campo e Conte ricorda anzi che «al Trofeo Berlusconi ci hanno battuto», come se un'amichevole estiva contasse quanto il 2-0 dell'andata e il 2-1 in Coppa Italia. «Aggrediremo l'avversario, come sempre - spiega Vidal -. I favoriti restano loro, ma li abbiamo già battuti e possiamo farlo ancora». Tutto pare girare a favore della Juve, visto che anche l'auspicio di Buffon («non mi spiacerebbe se non ci fosse Boateng, è la loro scheggia impazzita») è andato a buon fine. «Metteranno comunque in campo una squadra fortissima - predica Conte -. Viviamo il nostro sogno, ma non perdiamo la nostra umiltà». Affidandosi a Pirlo - Grande Ex che, per dirla ancora con SuperGigi, «ha equilibrato il dislivello che c'era tra noi e loro» - la Juve è davvero convinta di essere pronta a giocarsela. «Andrea, Del Piero e Buffon sono il nostro cuore pulsante - chiosa Conte -. È bello vedere l'affetto e la stima che i compagni hanno verso di loro».

Tre che hanno vinto tutto: tre che tanto vorrebbero ancora vincere. Per il numero dieci sarà anche l'ultima apparizione a San Siro vestito di bianconero: ne uscisse vincitore e magari protagonista, pur partendo dalla panchina, sarebbe trionfo vero.

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