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Gli Stati repubblicani preparano la guerra alla riforma di Obama

WashingtonRiparte la campagna di Barack Obama. Ratificata alla Casa Bianca la riforma della sanità, il presidente giovedì sarà già in viaggio, per spiegare alla popolazione il senso della legge. Si ricomincia dallo Stato dell’Iowa, un luogo simbolo per Obama. Proprio lì, nel maggio 2007, l’allora candidato democratico presentò il suo piano per la sanità. E mentre Obama fa le valigie, i repubblicani reprimono la rabbia. Dopo aver trascorso molte ore domenica nel vano tentativo di convincere i colleghi democratici del movimento per la vita a far saltare il tutto, stanno facendo quadrato e affilano le armi nella speranza di trovare un appiglio che permetta loro di far saltare la legge sulla sanità.
Le armi in mano ai repubblicani per il momento sono limitate alle parole, visto che il presidente Barack Obama firma oggi la legge che dovrebbe essere discussa e votata fra qualche giorno al Senato. Non si prevedono grossi problemi, la norma dovrebbe essere approvata senza ostacoli, al contrario di quanto è accaduto alla Camera domenica. Fuori e dentro all’assemblea, la tensione è stata molto alta. Il clima avvelenato di queste ore si è trasferito anche su internet, su Twitter, dove sono circolate anche minacce di morte a Barack Obama. Nel mirino dei servizi segreti, che hanno già aperto un’inchiesta, è finito un blogger conservatore, Solly Forell, che si auto-identifica come un «autentico» afro-americano. «Assassination! America, siamo sopravvissuti all’assassinio di Lincoln e Kennedy. Sopravvivremo anche a una pallottola nella testa di Obama», ha scritto. Forell non è stato il solo a usare i toni pesanti. Nonostante la tensione che sale, il prossimo successo è quasi scontato. Secondo la procedura americana, il Senato dovrà ora votare la legge passata alla Camera senza fare la minima modifica al testo.
Il presidente Obama adesso non si fermerà. Convincere i deputati democratici recalcitranti a concedergli i «vitali» 216 voti necessari per non far affondare un anno di lavoro non è stata certo impresa facile. Da oggi comincerà il corteggiamento dei senatori in odore di dubbio. In casa repubblicana intanto non hanno più mani per lanciare fulmini e saette. «Abbiamo fallito - ha tuonato il rappresentante della minoranza alla Camera John Boehner -, non abbiamo ascoltato ciò che l’America voleva, non è stato rispettato il volere degli elettori». John McCain, ex rivale di Obama alle presidenziali, lunedì mattina all’alba ha cominciato il giro delle emittenti televisive. «Combatteremo e lo faremo in ogni modo possibile», ha detto ad Abc. Il repubblicano McCain ha poi ricordato come questa legge «ficcata in gola» ai repubblicani e ai contribuenti avrà terribili conseguenze sui risultati delle elezioni di medio termine del prossimo novembre.
«Non dimentichiamo - ha poi aggiunto - che malgrado l’euforia e il rumore dei tappi di champagne a Washington, nel resto dell’America il popolo è arrabbiatissimo. Questa legge non piace e noi repubblicani cercheremo in ogni modo di farla abrogare. In vista delle elezioni di novembre non è difficile anticipare una campagna elettorale molto vivace e sicuramente qualcuno pagherà un prezzo molto elevato per come ha votato domenica notte. La volontà del popolo prima o poi si rifletterà nel modo in cui sarà composto il prossimo governo».
Il procuratore generale dello Stato della Florida Bill McCollum ha intanto annunciato che dieci Stati americani sfideranno il governo federale sulla costituzionalità della nuova legge. «Quella che è passata ieri - ha detto - è una legge grama. Si uniranno a noi il Texas, lo Utah, la Carolina del Sud, la Pennsylvania, il Nord e Sud Dakota, l’Alabama, il Nebraska e lo Stato di Washington. I giuristi repubblicani stanno anche esplorando la possibilità di coinvolgere la Corte Suprema contro la legge strenuamente voluta da Barack Obama. Secondo il testo appena approvato a partire dal 2014 ogni cittadino sarà costretto all’acquisto di una polizza per la copertura sanitaria. Chi non lo farà sarà penalizzato con una multa (325 dollari per i single e 630 dollari per chi fa la denuncia dei redditi congiunta con il coniuge) che sarà riscossa dal fisco.
Su come potrebbe reagire la Corte Suprema se fosse chiamata a decidere sul caso è troppo presto per saperlo. Passeranno alcuni anni prima che questo caso sia eventualmente discusso e i giudici potrebbero cambiare. I primi effetti della riforma sulla politica interna americana si sono già fatti sentire in forma di numeri.

Dopo il via libera alla Camera della riforma la popolarità del presidente Obama è tornata sopra il 50%, secondo i conteggi di Gallup.

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