Varie

Quello stile bello e buono

di Daniela Fedi

Comincia oggi la prima settimana della moda al mondo dedicata alla sostenibilità. Ne siamo fieri perché è ora di rendere ogni forma di sviluppo sostenibile per il pianeta che sta morendo di progresso. Inoltre peggio che far la morale nella moda c'è solo il non farla. A tutti bisognerebbe dire la verità anche a costo di pestare qualche callo. Servirebbe ad esempio un elenco dei buoni e dei cattivi, ovvero di chi produce in paesi come Trasnistria, Vietnam o Bangladesh dove le regole stanno a zero in fatto di tutela dei lavoratori e dell'ambiente e chi invece lo fa in quelli dove perlomeno lasciano entrare gli ispettori dell'Onu che controllano le condizioni dell'ambiente di lavoro e l'età dei lavoratori. È il caso tra gli altri della Cina dove molte delle 40 mila aziende iscritte alla confindustria locale stanno scoprendo un minimo di welfare. In compenso alcune industrie cinesi tingono ancora con il cromo esavalente che è una delle sette sostanze più cancerogene che ci siano. Inoltre non esistono leggi per lo smaltimento dei rifiuti che nell'industria tessile, soprattutto per quel che riguarda tinture e lavaggi, possono avere e spesso hanno un impatto terrificante. Da noi, invece, certi coloranti sono proibiti ed esistono aziende come il Lanificio Colombo oppure le Tintorie Emiliane che hanno impianti di depurazione talmente sofisticati da poter scaricare le acque di lavorazione in Tabella A, ovvero nei fiumi, nei laghi, nel mare. Da noi c'è un imprenditore bergamasco, Silvio Albini, che ha fondato per il proprio Gruppo un'azienda che produce energia rinnovabile e adesso rifornisce anche altre imprese tessili, come il Gruppo Ratti, Marzotto, Limonta. Insomma gli argomenti non mancano e il ponderoso tomo inviato da Camera Moda sulla sostenibilità del retail dice cose interessantissime. Certo sarebbe stato bello fare una settimana della moda a chilometro zero. Invece si correrà come pazzi da un punto all'altro, inquinando e ingorgando la città. Sarebbe bello fare una vera settimana e non quattro giornate piene all'inverosimile più un pomeriggio (oggi) e una mattina (il prossimo lunedì). Niente da fare.

I nostri grandi non sentono ragione, i piccoli sgomitano per stare a galla, ma almeno stavolta si sentono tutti buoni.

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